LUMEN GENTIUM 27 e commento CCC
La funzione di governo
27d Dovendo render
conto a Dio delle loro anime (cfr. Eb 13,17), abbia cura di loro con la
preghiera, la predicazione e ogni opera di carità; la sua sollecitudine si
estenda anche a quelli che non fanno ancor parte dell'unico gregge e li
consideri come affidatigli dal Signore. Essendo egli, come l'apostolo Paolo,
debitore a tutti, sia pronto ad annunziare il Vangelo a tutti (cfr. Rm 1,14-15)
e ad esortare i suoi fedeli all'attività apostolica e missionaria. I fedeli poi
devono aderire al vescovo come la Chiesa a Gesù Cristo e come Gesù Cristo al
Padre, affinché tutte le cose siano concordi e unite [97] e siano feconde per
la gloria di Dio (cfr. 2 Cor 4,15).
Note:
[97] Cf. S. IGNAZIO
M., Ad Ephes. 5, 1: ed. FUNK I, p. 216.
(CCC 940) “I laici, essendo
proprio del loro stato che “vivano nel mondo e in mezzo agli affari secolari,
sono chiamati da Dio affinché, ripieni di spirito cristiano, a modo di fermento
esercitino nel mondo il loro apostolato” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 2]. (CCC 941) I laici partecipano al sacerdozio di
Cristo: sempre più uniti a lui, dispiegano la grazia del Battesimo e della
Confermazione in tutte le dimensioni della vita personale, familiare, sociale
ed ecclesiale, e realizzano così la chiamata alla santità rivolta a tutti i
battezzati. (CCC 942) Grazie alla loro
missione profetica, “i laici sono chiamati anche ad essere testimoni di Cristo
in mezzo a tutti, e cioè pure in mezzo alla società umana” [Conc. Ecum. Vat.
II, Gaudium et spes, 43]. (CCC 943) Grazie alla loro missione regale, i laici
hanno il potere di vincere in se stessi e nel mondo il regno del peccato con
l'abnegazione di sé e la santità della loro vita [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 36].