LUMEN GENTIUM 28 e commento CCC
I sacerdoti e i loro rapporti con Cristo, con i vescovi, con i confratelli e con il popolo cristiano
28a Cristo,
santificato e mandato nel mondo dal Padre (cfr. Gv 10,36), per mezzo degli
apostoli ha reso partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro
successori, cioè i vescovi a loro volta i vescovi [98] hanno legittimamente
affidato a vari membri della Chiesa, in vario grado, l'ufficio del loro
ministero. Così il ministero ecclesiastico di istituzione divina viene
esercitato in diversi ordini, da quelli che già anticamente sono chiamati
vescovi, presbiteri, diaconi [99].
Note:
[98] Cf. S. IGNAZIO
M., Ad Ephes. 6, 1: ed. FUNK I, p. 218. [99] Cf. CONC. DI TRENTO, De
sacr. Ordinis, cap. 2: Dz 958 (1765) [Collantes 9.289], e can. 6: Dz 966
(1776) [Collantes 9.301].
(CCC 1556) Per adempiere alla loro alta missione, “gli
Apostoli sono stati arricchiti da Cristo con una speciale effusione dello
Spirito Santo discendente su loro, ed essi stessi, con l'imposizione delle
mani, hanno trasmesso questo dono dello Spirito ai loro collaboratori, dono che
è stato trasmesso fino a noi nella consacrazione episcopale” [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 20]. (CCC 1557) Il
Concilio Vaticano II insegna che “con la consacrazione episcopale viene
conferita la pienezza del sacramento
dell'Ordine, quella cioè che dalla consuetudine liturgica della Chiesa e
dalla voce dei santi Padri viene chiamata il sommo sacerdozio, vertice ["summa"] del sacro
ministero” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 21].