LUMEN GENTIUM 28 e commento CCC
I sacerdoti e i loro rapporti con Cristo, con i vescovi, con i confratelli e con il popolo cristiano
28f Sempre intenti
al bene dei figli di Dio, devono mettere il loro zelo nel contribuire al lavoro
pastorale di tutta la diocesi, anzi di tutta la Chiesa. In ragione di questa
loro partecipazione nel sacerdozio e nel lavoro apostolico del vescovo, i
sacerdoti riconoscano in lui il loro padre e gli obbediscano con rispettoso
amore. Il vescovo, poi, consideri i sacerdoti, i suoi cooperatori, come figli e
amici così come il Cristo chiama i suoi discepoli non servi, ma amici (cfr. Gv
15,15). Per ragione quindi dell'ordine e del ministero, tutti i sacerdoti sia
diocesani che religiosi, sono associati al corpo episcopale e, secondo la loro
vocazione e grazia, servono al bene di tutta la Chiesa.
(CCC 1566) Essi “soprattutto esercitano la loro funzione
sacra nel culto o assemblea eucaristica,
dove, agendo in persona di Cristo, e proclamando il suo mistero, uniscono i
voti dei fedeli al sacrificio del loro Capo e nel sacrificio della Messa
rendono presente e applicano, fino alla venuta del Signore, l'unico sacrificio
del Nuovo Testamento, il sacrificio cioè di Cristo, che una volta per tutte si
offre al Padre quale vittima immacolata” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 28]. Da questo unico
sacrificio tutto il loro ministero sacerdotale trae la sua forza [Id., Presbyterorum ordinis, 2].