LUMEN GENTIUM 28 e commento CCC
I sacerdoti e i loro rapporti con Cristo, con i vescovi, con i confratelli e con il popolo cristiano
28g In virtù della
comunità di ordinazione e missione tutti i sacerdoti sono fra loro legati da
un'intima fraternità, che deve spontaneamente e volentieri manifestarsi nel
mutuo aiuto, spirituale e materiale, pastorale e personale, nelle riunioni e
nella comunione di vita, di lavoro e di carità.
(CCC 1567) “I presbiteri, saggi collaboratori dell'ordine
episcopale e suoi aiuto e strumento, chiamati al servizio del Popolo di Dio,
costituiscono col loro vescovo un unico presbiterio,
sebbene destinato a uffici diversi. Nelle singole comunità locali di fedeli
rendono, per così dire, presente il Vescovo, cui sono uniti con animo fiducioso
e grande, condividono in parte le sue funzioni e la sua sollecitudine e le
esercitano con dedizione quotidiana” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 28]. I sacerdoti non possono esercitare il loro
ministero se non in dipendenza dal Vescovo e in comunione con lui. La promessa
di obbedienza che fanno al Vescovo al momento dell'ordinazione e il bacio di
pace del Vescovo al termine della liturgia dell'ordinazione significano che il
vescovo li considera come suoi collaboratori, suoi figli, suoi fratelli e suoi
amici, e che, in cambio, essi gli devono amore e obbedienza.