LUMEN GENTIUM 31 e commento CCC
Natura e missione dei laici
31c Vivono nel
secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle
ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è
come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a
modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio
sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a manifestare Cristo
agli altri principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col
fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro quindi
particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle
quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano
costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore.
(CCC 932) Nella Chiesa che
è come il sacramento, cioè il segno e lo strumento della vita di Dio, la vita
consacrata appare come un segno particolare del mistero della redenzione.
Seguire e imitare Cristo “più da vicino”, manifestare “più chiaramente” il suo
annientamento, significa trovarsi “più profondamente” presenti, nel cuore di
Cristo, ai propri contemporanei. Coloro, infatti, che camminano in questa via
“più stretta” stimolano con il proprio esempio i loro fratelli e “testimoniano
in modo splendido che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio
senza lo spirito delle beatitudini” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 31].