LUMEN GENTIUM 32 e commento CCC
Dignità dei laici nel popolo di Dio
32e I laici
quindi, come per benevolenza divina hanno per fratello Cristo, il quale, pur
essendo Signore di tutte le cose, non è venuto per essere servito, ma per
servire (cfr. Mt 20,28), così anche hanno per fratelli coloro che, posti nel
sacro ministero, insegnando e santificando e reggendo per autorità di Cristo,
svolgono presso la famiglia di Dio l'ufficio di pastori, in modo che sia da
tutti adempito il nuovo precetto della carità. A questo proposito dice molto
bene sant'Agostino: « Se mi spaventa l'essere per voi, mi rassicura l'essere
con voi. Perché per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è nome di
ufficio, questo di grazia; quello è nome di pericolo, questo di salvezza » [112].
Note: [112] S. AGOSTINO, Serm. 340, 1: PL 38, 1483.
Note: [112] S. AGOSTINO, Serm. 340, 1: PL 38, 1483.
(CCC 897) “Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti popolo di Dio, e nella loro misura resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 31].