LUMEN GENTIUM 33 e commento CCC
L'apostolato dei laici
33b L'apostolato
dei laici è quindi partecipazione alla missione salvifica stessa della Chiesa;
a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del
battesimo e della confermazione. Dai sacramenti poi, e specialmente dalla sacra
eucaristia, viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini
che è l'anima di tutto l'apostolato. Ma i laici sono soprattutto chiamati a
rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in
cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo [113]. Così
ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimonio e insieme
vivo strumento della stessa missione della Chiesa « secondo la misura del dono
del Cristo » (Ef 4,7).
Note:
[113] Cf. PIO XI,
Encicl. Quadragesimo Anno, 15 maggio
1931: AAS 23 (1931), p. 221s. PIO XII, Disc. De quelle consolation, 14
ott. 1951: AAS 43 (1951), p. 790s.
(CCC 905) I laici compiono
la loro missione profetica anche mediante l'evangelizzazione, cioè con
l'annunzio di Cristo “fatto con la testimonianza della vita e con la parola”.
Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici “acquista una certa nota
specifica e una particolare efficacia, dal fatto che viene compiuta nelle
comuni condizioni del secolo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]: “Tale apostolato non consiste nella sola
testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare
Cristo con la parola, sia ai credenti [...] sia agli infedeli” [Id., Apostolicam actuositatem, 6; Id., Ad gentes, 15].