LUMEN GENTIUM 34 e commento CCC
Partecipazione dei laici al sacerdozio comune
34a Il sommo ed
eterno sacerdote Gesù Cristo, volendo continuare la sua testimonianza e il suo
ministero anche attraverso i laici, li vivifica col suo Spirito e
incessantemente li spinge ad ogni opera buona e perfetta. A coloro infatti che
intimamente congiunge alla sua vita e alla sua missione, concede anche di aver
parte al suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, in vista
della glorificazione di Dio e della salvezza degli uomini. Perciò i laici,
essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo
mirabile chiamati e istruiti per produrre frutti dello Spirito sempre più
abbondanti.
(CCC 901) “I laici, essendo
dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile
chiamati e istruiti perché lo Spirito produca in essi frutti sempre più
copiosi. Tutte infatti le opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la
vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e
corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita se
sono sopportate con pazienza, diventano “sacrifici spirituali graditi a Dio per
mezzo di Gesù Cristo” (1Pt 2,5); e queste cose nella celebrazione
dell'Eucaristia sono piissimamente offerte al Padre insieme all'oblazione del
Corpo del Signore. Così anche i laici, operando santamente dappertutto come
adoratori, consacrano a Dio il mondo stesso” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 34; 10].