LUMEN GENTIUM 35 e commento CCC
Partecipazione dei laici alla funzione profetica del Cristo
35d I laici
quindi, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare
una preziosa azione per l'evangelizzazione del mondo. Alcuni di loro, in
mancanza di sacri ministri o essendo questi impediti in regime di persecuzione,
suppliscono alcuni uffici sacri secondo le proprie possibilità; altri, più
numerosi, spendono tutte le loro forze nel lavoro apostolico: bisogna tuttavia
che tutti cooperino all' estensione e al progresso del regno di Cristo nel
mondo. Perciò i laici si applichino con diligenza all'approfondimento della
verità rivelata e domandino insistentemente a Dio il dono della sapienza.
(CCC 904) “Cristo […]
adempie la sua funzione profetica… non solo per mezzo della gerarchia, […] ma
anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni” dotandoli
“del senso della fede e della grazia della parola” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]: “Istruire qualcuno
per condurlo alla fede è il compito di ogni predicatore e anche di ogni
credente” [San Tommaso d'Aquino, Summa
theologiae, III, 71, 4, ad 3]. (CCC 905) I
laici compiono la loro missione profetica anche mediante l'evangelizzazione,
cioè con l'annunzio di Cristo “fatto con la testimonianza della vita e con la
parola”. Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici “acquista una certa
nota specifica e una particolare efficacia, dal fatto che viene compiuta nelle
comuni condizioni del secolo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]: “Tale apostolato non consiste nella sola
testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare
Cristo con la parola, sia ai credenti [...] sia agli infedeli” [Id., Apostolicam actuositatem, 6; Id., Ad gentes, 15].