LUMEN GENTIUM 37 e commento CCC
I laici e la gerarchia
37a I laici, come
tutti i fedeli, hanno il diritto di ricevere abbondantemente dai sacri pastori
i beni spirituali della Chiesa, soprattutto gli aiuti della parola di Dio e dei
sacramenti [117]; ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro
desideri con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai
fratelli in Cristo. Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono,
hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere
su cose concernenti il bene della Chiesa [118]. Se occorre, lo facciano
attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con
verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per
ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo.
Note
[117] Cf. CIC, can.
682 [nel nuovo Codice: can. 213]. [118] Cf. PIO XII, Disc. De quelle
consolation, l.c. [nota 2], p. 789: "Nelle battaglie decisive,
talvolta dal fronte che partono le pi felici iniziative...". IDEM, Disc. L’importance de la presse catholique, 17
febbr. 1950: AAS 42 (1950), p. 256.
(CCC 1269) Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non
appartiene più a se stesso [1Cor 6,19], ma a colui che è morto e risuscitato
per noi [2Cor 5,15]. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri [Ef 5,21;
1Cor 16,15-16], a servirli [Gv 13,12-15] nella comunione della Chiesa, ad
essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa [Eb 13,17], e a
trattarli “con rispetto e carità” [1Ts 5,12-13]. Come il Battesimo comporta
responsabilità e doveri, allo stesso modo il battezzato fruisce anche di
diritti in seno alla Chiesa: quello di ricevere i sacramenti, di essere nutrito
dalla Parola di Dio e sostenuto dagli altri aiuti spirituali della Chiesa
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
37; CIC canoni 208-223; CCEO canone 675, § 2].