DEI VERBUM 5 e Commento CCC
Accogliere la Rivelazione con fede
(DV 5c) Affinché poi l' intelligenza della Rivelazione
diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente
la fede per mezzo dei suoi doni.
(CCC 152) Non si può credere in
Gesù Cristo se non si ha parte al suo Spirito. È lo Spirito Santo che rivela
agli uomini chi è Gesù. Infatti “nessuno può dire: "Gesù è Signore"
se non sotto l'azione dello Spirito Santo” (1Cor 12,3). “Lo Spirito scruta ogni
cosa, anche le profondità di Dio. [...] Nessuno ha mai potuto conoscere i
segreti di Dio se non lo Spirito di Dio” (1Cor 2,10-11). Dio solo conosce
pienamente Dio. Noi crediamo nello
Spirito Santo perché è Dio. La Chiesa non
cessa di confessare la sua fede in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.
(CCC 153) Quando san Pietro confessa che Gesù
è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, Gesù gli dice: “Né la carne né il
sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17) [Gal
1,15-16; Mt 11,25]. La fede è un dono di Dio, una virtù soprannaturale da Lui
infusa. “Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio
che previene e soccorre, e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale
muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente, e dia "a
tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità"” [Concilio
Vaticano II, Dei Verbum, 5]. (CCC
155) Nella fede, l'intelligenza e la volontà umane
cooperano con la grazia divina: “Credere est actus intellectus assentientis
veritati divinae ex imperio voluntatis a Deo motae per gratiam - Credere è un
atto dell'intelletto che, sotto la spinta della volontà mossa da Dio per mezzo
della grazia, dà il proprio consenso alla verità divina” [San Tommaso d'Aquino,
Summa theologiae, II-II, 2, 9;
Concilio Vaticano I, Dei Filius, c.
3: DS, 3010].