DEI VERBUM 7 e Commento CCC
Gli apostoli e i loro successori, missionari del Vangelo
(DV 7e) Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra
dell'uno e dell'altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la
Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga
a vederlo faccia a faccia, com'egli è (cfr. 1 Gv 3,2).
(CCC 31) Creato a immagine di Dio,
chiamato a conoscere e ad amare Dio, l'uomo che cerca Dio scopre alcune “vie”
per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate “prove
dell'esistenza di Dio”, non nel senso delle prove ricercate nel campo delle
scienze naturali, ma nel senso di “argomenti convergenti e convincenti” che
permettono di raggiungere vere certezze. Queste “vie” per avvicinarsi a Dio
hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona
umana. (CCC 32) Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza,
dall'ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio come
origine e fine dell'universo. San Paolo riguardo ai pagani afferma “Ciò che di
Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.
Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono
essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua
eterna potenza e divinità” (Rm 1,19-20) [At 14,15; 14,17; 17,27-28; Sap 13,1-9]. E sant'Agostino dice:
“Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque espansa;
interroga la bellezza del cielo [...] interroga tutte queste realtà. Tutte ti
risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è
come un loro inno di lode ["confessio"]. Ora, queste creature, così
belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello
["Pulcher"] in modo immutabile?” [Sant'Agostino, Sermo 241, 2: PL 38, 1134]. (CCC
860) Nella missione degli Apostoli c'è un aspetto che non può essere trasmesso:
essere i testimoni scelti della risurrezione del Signore e le fondamenta della
Chiesa. Ma vi è anche un aspetto permanente della loro missione. Cristo ha
promesso di rimanere con loro sino alla fine del mondo [Mt 28,20]. La “missione
divina, affidata da Cristo agli Apostoli, dovrà durare sino alla fine dei
secoli, poiché il Vangelo che essi devono trasmettere è per la Chiesa principio
di tutta la sua vita in ogni tempo. Per questo gli Apostoli [...] ebbero cura
di costituirsi dei successori” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 20]. (CCC 861) “Perché la missione loro affidata
venisse continuata dopo la loro morte, [gli Apostoli] lasciarono quasi in
testamento ai loro immediati cooperatori l'incarico di completare e consolidare
l'opera da essi incominciata, raccomandando loro di attendere a tutto il
gregge, nel quale lo Spirito Santo li aveva posti per pascere la Chiesa di Dio.
Essi stabilirono dunque questi uomini e in seguito diedero disposizione che, quando
essi fossero morti, altri uomini provati prendessero la successione del loro
ministero” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 20; San Clemente Romano, Epistula
ad Corinthios, 42, 4; 44,2].