DEI VERBUM 8 e Commento CCC




La sacra tradizione


(DV 8a) Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2 Ts 2,15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre (11).


Note: (11) Cf. CONC. DI NICEA II: DZ 303 (602). CONC. DI COSTANT. IV, Sess. X, can. 1: Dz 336 (650-52).


 (CCC 78) Questa trasmissione viva, compiuta nello Spirito Santo, è chiamata Tradizione, in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene sia ad essa strettamente legata. Per suo tramite “la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni, tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8]. “Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega” [Ib.]. (CCC 33) L'uomo: con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all'infinito e alla felicità, l'uomo si interroga sull'esistenza di Dio. In queste aperture egli percepisce segni della propria anima spirituale. “Germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile alla sola materia” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 18; 14], la sua anima non può avere la propria origine che in Dio solo. 

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