DEI VERBUM 12 e Commento CCC
Come deve essere interpretata la sacra Scrittura
(DV 12a) Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per
mezzo di uomini alla maniera umana (22), l'interprete della sacra Scrittura,
per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con
attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è
piaciuto manifestare con le loro parole.
Note: (22) Cf.
S. AGOSTINO, De Civ. Dei, XVII, 6, 2: PL 41, 537; CSEL 40, 2,228.
(CCC 108) La fede cristiana
tuttavia non è una “religione del Libro”. Il cristianesimo è la religione della
“Parola” di Dio, di una parola cioè che non è “una parola scritta e muta, ma il
Verbo incarnato e vivente” [San Bernardo di Chiaravalle, Homilia super “Missus est”, 4, 11]. Perché le parole dei Libri
Sacri non restino lettera morta, è necessario che Cristo, Parola eterna del Dio
vivente, per mezzo dello Spirito Santo ce ne sveli il significato affinché
comprendiamo le Scritture (Lc 24,45). (CCC 109)
Nella Sacra Scrittura, Dio parla all'uomo alla maniera umana. Per una retta
interpretazione della Scrittura, bisogna dunque ricercare con attenzione che
cosa gli agiografi hanno veramente voluto affermare e che cosa è piaciuto a Dio
manifestare con le loro parole [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 12].