DEI VERBUM 13 e Commento CCC
La « condiscendenza » della Sapienza divina
(DV 13a) Nella sacra Scrittura dunque, restando sempre
intatta la verità e la santità di Dio, si manifesta l'ammirabile condiscendenza
della eterna Sapienza, « affinché possiamo apprendere l'ineffabile benignità di
Dio e a qual punto egli, sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura,
abbia adattato il suo parlare» (27).
Note: (27) S.
GIOVANNI CRISOSTOMO, In Gen. 3,8 (om. 17,1): PG 53,134. “Attemperatio”,
in greco synkatábasis.
(CCC 101) Nella condiscendenza
della sua bontà, Dio, per rivelarsi agli uomini, parla loro in parole umane:
“Le parole di Dio, infatti, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al
linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le
debolezze dell'umana natura, si fece simile agli uomini” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 13]. (CCC 2763) Tutte le
Scritture (la Legge, i Profeti e i Salmi) sono compiute in Cristo [Lc 24,44].
Il Vangelo è questa “Lieta notizia”. Il suo primo annunzio è riassunto da san
Matteo nel Discorso della montagna [Mt 5-7]. Ebbene, la preghiera del Padre
nostro è al centro di questo annuncio. E' in questo contesto che si illumina
ogni domanda della preghiera che ci ha lasciato il Signore: La preghiera del
Pater Noster è perfettissima […]. Nella Preghiera del Signore non solo vengono
domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche
nell'ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo
insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti [San Tommaso
d'Aquino, Summa theologiae II-II, 83,
9, c]. (CCC 2764) Il Discorso della montagna è dottrina di vita, l'Orazione
domenicale è preghiera, ma nell'uno e nell'altra lo Spirito del Signore dà una
nuova forma ai nostri desideri, a questi moti interiori che animano la nostra
vita. Gesù ci insegna la vita nuova con le sue parole e ci educa a chiederla
mediante la preghiera. Dalla rettitudine della nostra preghiera dipenderà
quella della nostra vita in lui.