DEI VERBUM 13 e Commento CCC
La « condiscendenza » della Sapienza divina
(DV 13b) Le parole di Dio infatti, espresse con lingue
umane, si son fatte simili al parlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno
Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo.
(CCC 425) La trasmissione della
fede cristiana è innanzitutto l'annunzio di Gesù Cristo, allo scopo di condurre
alla fede in lui. Fin dall'inizio, i primi discepoli sono stati presi dal
desiderio ardente di annunziare Cristo: “Noi non possiamo tacere quello che
abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Essi invitano gli uomini di tutti i tempi
ad entrare nella gioia della loro comunione con Cristo: “Ciò che noi abbiamo
udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo
contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita
(poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo
testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è
resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo
anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è
col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la
nostra gioia sia perfetta” (1Gv 1,1-4). (CCC 429)
Da questa amorosa conoscenza di Cristo nasce irresistibile il desiderio di
annunziare, di “evangelizzare”, e di condurre altri al “sì” della fede in Gesù
Cristo. Nello stesso tempo si fa anche sentire il bisogno di conoscere sempre
meglio questa fede. A tal fine, seguendo l'ordine del Simbolo della fede,
saranno innanzi tutto presentati i principali titoli di Gesù: Cristo, Figlio di
Dio, Signore (articolo 2). Il Simbolo successivamente confessa i principali
misteri della vita di Cristo: quelli della sua incarnazione (articolo 3),
quelli della sua pasqua (articoli 4 e 5), infine quelli della sua
glorificazione (articoli 6 e 7).