DEI VERBUM 14 e Commento CCC




La storia della salvezza nei libri del Vecchio Testamento


(DV 14 c1) in modo tale che Israele sperimentasse quale fosse il piano di Dio con gli uomini 

(CCC 2576) Ora, “il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Es 33,11), con un suo amico. La preghiera di Mosè è tipica della preghiera contemplativa, grazie alla quale il servo di Dio è fedele alla propria missione. Mosè “s'intrattiene” spesso e a lungo con il Signore, salendo la montagna per ascoltarlo e implorarlo, discendendo verso il popolo per riferirgli le parole del suo Dio e guidarlo. “Egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione” (Nm 12,7-8); infatti “Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra” (Nm 12,3). (CCC 2577) In questa intimità con il Dio fedele, lento all'ira e ricco di grazia [Es 34,6],  Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il combattimento contro gli Amaleciti [Es 17,8-13] o per ottenere la guarigione di Maria [Nm 12,13-14], Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo l'apostasia del popolo che egli sta “sulla breccia” di fronte a Dio (Sal 106,23) per salvare il popolo [Es 32,1-34,9]. Gli argomenti della sua preghiera (l'intercessione è anch'essa un misterioso combattimento) ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo, come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.  

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