DEI VERBUM 9 e Commento CCC



Relazioni tra la Scrittura e la Tradizione


(DV 9c) Di conseguenza l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza (13).


Note: (13) Cf. CONC. DI TRENTO, Decr. De canonicis Scripturis: Dz 783 (1501) [Collantes 2.006].  


(CCC 82) Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e l'interpretazione della Rivelazione, “attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 9]. (CCC 83) La Tradizione di cui qui parliamo è quella che viene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo. In realtà, la prima generazione di cristiani non aveva ancora un Nuovo Testamento scritto e lo stesso Nuovo Testamento attesta il processo della Tradizione vivente. Vanno distinte da questa le “tradizioni” teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste “tradizioni” possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa.    

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