DEI VERBUM 14 e Commento CCC
La storia della salvezza nei libri del Vecchio Testamento
(DV 14g) si trova in qualità di vera parola di Dio nei
libri del Vecchio Testamento;
(CCC 839) “Quelli che non hanno
ancora ricevuto il Vangelo, in vari modi sono ordinati al Popolo di Dio” [Conc.
Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 16]. Il rapporto della Chiesa con il popolo
ebraico. La Chiesa, Popolo di Dio nella Nuova Alleanza, scrutando il suo
proprio mistero, scopre il proprio legame con il popolo ebraico [Conc. Ecum.
Vat. II, Nostra aetate, 4], che Dio
“scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola” [Venerdì Santo nella passione del Signore,
preghiera universale VI, Messale Romano].
A differenza delle altre religioni non cristiane, la fede ebraica è già
risposta alla rivelazione di Dio nella Antica Alleanza. È al popolo ebraico che
appartengono “l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il
culto, le promesse, i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne” (Rm
9,4-5) perché “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!” (Rm 11,29). (CCC
840) Del resto, quando si considera il futuro, il popolo di Dio dell'Antica
Alleanza e il nuovo popolo di Dio tendono a fini analoghi: l'attesa della
venuta (o del ritorno) del Messia. Ma tale attesa è, da una parte, rivolta al
ritorno del Messia, morto e risorto, riconosciuto come Signore e Figlio di Dio,
dall'altra è rivolta alla venuta del Messia, i cui tratti rimangono velati,
alla fine dei tempi: si ha un'attesa accompagnata dall'ignoranza o dal
misconoscimento di Gesù Cristo. (CCC
147) Di questa fede, l'Antico Testamento è ricco di
testimonianze. La lettera agli Ebrei fa l'elogio della fede esemplare degli
antichi che “ricevettero” per essa “una buona testimonianza” (Eb 11,2.39).
Tuttavia “Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi”: la grazia di credere
nel suo Figlio Gesù, “autore e perfezionatore della fede” (Eb 11,40; 12,2).