DEI VERBUM 14 e Commento CCC
La storia della salvezza nei libri del Vecchio Testamento
(DV 14i) « Quanto fu scritto, lo è stato per nostro
ammaestramento,
(CCC 94) Grazie all'assistenza
dello Spirito Santo, l'intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del
deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa: - “Con la
riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro” [Conc.
Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8]; in
particolare “la ricerca teologica [...] prosegue nella conoscenza profonda
della verità rivelata” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 62; 44; Id., Dei
Verbum, 23; 24; Id., Unitatis
redintegratio, 4]; - “con la profonda intelligenza che [i credenti] provano
delle cose spirituali” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8]; “divina eloquia cum legente crescunt - le parole
divine crescono insieme con chi le legge” [San Gregorio Magno, Homilia in Ezechielem, 1, 7, 8: PL 76,
843]; - “con la predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale,
hanno ricevuto un carisma certo di verità” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8]. (CCC 131) “Nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e
potenza da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa
saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita
spirituale” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei
Verbum, 21]. “È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra
Scrittura” [Dei Verbum, 22].