DEI VERBUM 16 e Commento CCC
Unità dei due Testamenti
(DV 16a) Dio
dunque, il quale ha ispirato i libri dell'uno e dell'altro Testamento e ne è
l'autore, ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e
il Vecchio fosse svelato nel Nuovo (29).
Note: (29) Cf. S. AGOSTINO,
Quaest. in Hept., 2, 73: PL 34, 623. Note:
(30) Cf. S. IRENEO, Adv. Haer., III, 21, 3: PG 7, 950 (= 25,1: HARVEY,
2, p. 115). S. CIRILLO DI GERUS., Catech., 4,35: PG 33, 497, TEODORO DI MOPS.,
In Soph., I, 4-6: PG 66, 452D-453A.
(CCC 129) I cristiani, quindi,
leggono l'Antico Testamento alla luce di Cristo morto e risorto. La lettura
tipologica rivela l'inesauribile contenuto dell'Antico Testamento. Questa non
deve indurre però a dimenticare che esso conserva il valore suo proprio di
rivelazione che lo stesso nostro Signore ha riaffermato [Mc 12,29-31].
Pertanto, anche il Nuovo Testamento esige d'essere letto alla luce dell'Antico.
La primitiva catechesi cristiana vi farà costantemente ricorso [1Cor 5,6-8;
10,1-11]. Secondo un antico detto, il Nuovo Testamento è nascosto nell'Antico,
mentre l'Antico è svelato nel Nuovo: “Novum in Vetere latet et in Novo Vetus
patet” [Sant'Agostino, Quaestiones in
Heptateucum, 2, 73: PL 34, 623; Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 16]. (CCC
140) Dall'unità del progetto di Dio e della sua
rivelazione deriva l'unità dei due Testamenti: l'Antico Testamento prepara il
Nuovo, mentre il Nuovo compie l'Antico; i due si illuminano a vicenda; entrambi
sono vera Parola di Dio. (CCC 141) “La Chiesa
ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del
Signore” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum,
21]; in ambedue le realtà tutta la vita cristiana trova il proprio nutrimento e
la propria regola. “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio
cammino” (Sal 119,105; cf. Is 50,4).