DEI VERBUM 17 e Commento CCC



Eccellenza del Nuovo Testamento  


(DV 17c2) e portò a compimento l'opera sua con la morte, la risurrezione e la gloriosa ascensione, nonché con l'invio dello Spirito Santo.

 (CCC 2816) Nel Nuovo Testamento la parola “basileia” può essere tradotta con “regalità” (nome astratto), “regno” (nome concreto) oppure “signoria” (nome d'azione). Il regno di Dio è prima di noi; si è avvicinato nel Verbo incarnato, viene annunciato in tutto il Vangelo, è venuto nella morte e risurrezione di Cristo. Il regno di Dio viene fin dalla santa Cena e nell'Eucaristia, esso è in mezzo a noi. Il Regno verrà nella gloria allorché Cristo lo consegnerà al Padre suo: “E' anche possibile che il regno di Dio significhi Cristo in persona, lui che invochiamo con i nostri desideri tutti i giorni, lui di cui bramiamo affrettare la venuta con la nostra attesa. Come egli è la nostra Risurrezione, perché in lui risuscitiamo, così può essere il Regno di Dio, perché in lui regneremo” [San Cipriano di Cartagine, De dominica Oratione, 13: PL 4, 545]. (CCC 2817) Questa richiesta è il “Marana tha”, il grido dello Spirito e della Sposa: “Vieni, Signore Gesù”. “Anche se questa preghiera non ci avesse imposto il dovere di chiedere l'avvento del Regno, noi avremmo, con incontenibile spontaneità, lanciato questo grido, bruciati dalla fretta di andare ad abbracciare ciò che forma l'oggetto delle nostre speranze. Le anime dei martiri, sotto l'altare, invocano il Signore gridando a gran voce: “Fino a quando, Sovrano, non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?” (Ap 6,10). A loro, in realtà, dev'essere fatta giustizia, alla fine dei tempi. Signore, affretta, dunque, la venuta del tuo regno!” [Tertulliano, De oratione, 5, 2-4: PL 1, 1261-1262].     

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