DEI VERBUM 20 e Commento CCC
Gli altri scritti del Nuovo Testamento
(DV 20 e4) il quale doveva introdurli nella pienezza
della verità (cfr. Gv 16,13).
(CCC 855) La missione della Chiesa
richiede lo sforzo verso l'unità dei
cristiani [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 50]. Infatti, “le divisioni dei cristiani
impediscono che la Chiesa stessa attui la pienezza della cattolicità ad essa
propria in quei figli, che le sono bensì uniti col Battesimo, ma sono separati
dalla sua piena comunione. Anzi, alla Chiesa stessa, diventa più difficile
esprimere sotto ogni aspetto la pienezza della cattolicità proprio nella realtà
della vita” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 4]. (CCC 856) L'attività missionaria implica un dialogo rispettoso con coloro che non
accettano ancora il Vangelo (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 55). I credenti possono trarre profitto per se
stessi da questo dialogo, imparando a conoscere meglio “tutto ciò che di verità
e di grazia era già riscontrabile, per una nascosta presenza di Dio, in mezzo
alle genti”(Conc. Ecum. Vat. II, Ad
gentes, 9). Se infatti essi annunziano la Buona Novella a coloro che la
ignorano, è per consolidare, completare ed elevare la verità e il bene che Dio
ha diffuso tra gli uomini e i popoli, e per purificarli dall'errore e dal male
“per la gloria di Dio, la confusione del demonio e la felicità dell'uomo” (Ad gentes, 9). (CCC 843) La Chiesa riconosce nelle altre
religioni la ricerca, ancora “nelle ombre e nelle immagini”, di un Dio ignoto
ma vicino, poiché è lui che dà a tutti vita e respiro ad ogni cosa, e vuole che
tutti gli uomini siano salvi. Pertanto la Chiesa considera tutto ciò che di
buono e di vero si trova nelle religioni come una preparazione al Vangelo, “e
come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita”
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
16; Id., Nostra aetate, 2; Paolo VI,
Esort. ap. Evangelii nuntiandi,
53].