DEI VERBUM 22 e Commento CCC
Necessità di traduzioni appropriate e corrette
22. È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla
sacra Scrittura. Per questo motivo, la Chiesa fin dagli inizi fece sua
l'antichissima traduzione greca del Vecchio Testamento detta dei Settanta, e ha
sempre in onore le altre versioni orientali e le versioni latine,
particolarmente quella che è detta Volgata. Poiché, però, la parola di Dio deve
essere a disposizione di tutti in ogni tempo, la Chiesa cura con materna sollecitudine
che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, di
preferenza a partire dai testi originali dei sacri libri. Se, per una ragione
di opportunità e col consenso dell'autorità della Chiesa, queste saranno fatte
in collaborazione con i fratelli separati, potranno essere usate da tutti i
cristiani.
(CCC 77) “Affinché il Vangelo si
conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, gli Apostoli lasciarono come
successori i vescovi, ad essi “affidando il loro proprio compito di magistero”
[Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 7].
Infatti, “la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri
ispirati, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei
tempi” [Dei Verbum, 8]. (CCC 81) “La Sacra
Scrittura è la parola di Dio in quanto è messa per iscritto sotto
l'ispirazione dello Spirito divino”. “La
sacra Tradizione poi trasmette integralmente la parola di Dio, affidata da
Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli, ai loro successori,
affinché questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione
fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 9]. (CCC 82) Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la
trasmissione e l'interpretazione della Rivelazione, “attinga la sua certezza su
tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra
devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto”
[Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 9].
(CCC 83) La Tradizione di cui qui parliamo è
quella che viene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto
dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito
Santo. In realtà, la prima generazione di cristiani non aveva ancora un Nuovo
Testamento scritto e lo stesso Nuovo Testamento attesta il processo della
Tradizione vivente. Vanno distinte da questa le “tradizioni” teologiche,
disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese
locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande
Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche.
Alla luce della Tradizione apostolica queste “tradizioni” possono essere
conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero
della Chiesa.