DEI VERBUM 26 e Commento CCC
Conclusione
(DV 26) In tal modo dunque, con la lettura e lo studio
dei sacri libri «la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata» (2 Ts
3,1), e il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più
il cuore degli uomini. Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si
accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita
spirituale dall'accresciuta venerazione per la parola di Dio, che «permane in
eterno» (Is 40,8; cfr. 1 Pt 1,23-25).
(CCC 134) “Omnis Scriptura divina
unus liber est, et hic unus liber Christus est, “quia omnis Scriptura divina de
Christo loquitur, et omnis Scriptura divina in Christo impletur” - Tutta la divina Scrittura è un libro solo e
quest'unico libro è Cristo; “infatti tutta la divina Scrittura parla di Cristo
e in Lui trova compimento” [Ugo di San Vittore, De arca Noe, 2, 8: PL 176, 642]. (CCC 135) “Le Sacre Scritture contengono la Parola di Dio e,
perché ispirate, sono veramente Parola di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 24]. (CCC 136) Dio è l'autore della Sacra Scrittura nel senso che
ispira i suoi autori umani; egli agisce in loro e mediante loro. Così ci dà la
certezza che i loro scritti insegnano senza errore la verità salvifica [Conc.
Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 11]. (CCC
137) L'interpretazione delle Scritture ispirate
dev'essere innanzi tutto attenta a ciò che Dio, attraverso gli autori sacri,
vuole rivelare per la nostra salvezza. Ciò che è opera dello Spirito, non viene
pienamente compreso se non sotto l'azione dello Spirito [Origene, Homiliae in Exodum, 4, 5: PG 12, 320]. (CCC
1406) Gesù dice: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno [...] Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue
ha la vita eterna […] dimora in me e io in lui” (Gv 6,51; 6,54; 6,56). (CCC 1407)
L'Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa
Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di
lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce;
mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo corpo,
che è la Chiesa. (CCC 1408) La celebrazione eucaristica comporta sempre: la
proclamazione della Parola di Dio, l'azione di grazie a Dio Padre per tutti i
suoi benefici, soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del
pane e del vino e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la
recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi elementi costituiscono un
solo e medesimo atto di culto.
Questo post conclude il commento del “Catechismo
della Chiesa Cattolica” a “Dei Verbum”