Commento CCC a YouCat Domanda n. 38 - Parte V.
YOUCAT Domanda n. 38 - Parte V. Chi è lo Spirito Santo?
(Risposta
Youcat- ripetizione) Lo Spirito Santo è la terza persona della
santissima Trinità ed ha la stessa dignità divina del Padre e del Figlio.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
248) La tradizione orientale mette innanzi tutto in
rilievo che il Padre, in rapporto allo Spirito, è l'origine prima. Confessando
che lo Spirito “procede dal Padre” (Gv 15,26), afferma che lo Spirito procede dal Padre attraverso il Figlio [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 2]. La tradizione occidentale dà maggior risalto alla
comunione consostanziale tra il Padre e il Figlio affermando che lo Spirito
procede dal Padre e dal Figlio (Filioque). Lo dice “lecitamente e
ragionevolmente” [Concilio di Firenze (1439): DS 1302]; infatti l'ordine eterno
delle Persone divine nella loro comunione consustanziale implica che il Padre
sia l'origine prima dello Spirito in quanto “principio senza principio”
[Concilio di Firenze (anno 1442): DS 1331], ma pure che, in quanto Padre del
Figlio Unigenito, egli con lui sia “l'unico principio dal quale procede lo
Spirito Santo” [Concilio di Lione II (anno 1274): DS 850]. Questa legittima
complementarità, se non viene inasprita, non scalfisce l'identità della fede
nella realtà del medesimo mistero confessato.
Per meditare
(Commento Youcat -
ripetizione) Quando scopriamo in noi la realtà di Dio, lo facciamo per opera
dello Spirito Santo. Dio «mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio»
(Gal 4, 6) per colmarci di esso. Nello Spirito Santo il cristiano trova gioia
profonda, pace interiore e libertà. «E voi non avete ricevuto uno Spirito da
schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli
adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre"» (Rm 8, 15b).
Nello Spirito Santo che riceviamo nel Battesimo e nella - Confermazione,
possiamo rivolgerci a Dio col nome di «Padre».
(Commento CCC) (CCC
247) L'affermazione del Filioque mancava nel Simbolo confessato a Costantinopoli nel 381.
Ma sulla base di una antica tradizione latina e alessandrina, il Papa san Leone
l'aveva già dogmaticamente confessata nel 447 [San Leone Magno, Lettera Quam laudabiliter: DS 284], prima che
Roma conoscesse e ricevesse, nel 451, durante il Concilio di Calcedonia, il
Simbolo del 381. L'uso di questa formula nel Credo è entrato a poco a poco
nella Liturgia latina (tra i secoli VIII e XI). L'introduzione della parola Filioque nel Simbolo
niceno-costantinopolitano da parte della Liturgia latina costituisce tuttavia,
ancora oggi, un punto di divergenza con le Chiese ortodosse. (CCC 264) “Lo Spirito Santo procede, primariamente, dal Padre e,
per il dono eterno che il Padre ne fa al Figlio, procede dal Padre e dal Figlio
in comunione” [Sant'Agostino, De
Trinitate, 15, 26, 47: PL 42, 1095]. (CCC 207)
Rivelando il suo nome, Dio rivela al tempo stesso la sua fedeltà che è da
sempre e per sempre, valida per il passato (“Io sono il Dio dei tuoi padri”, Es
3,6), come per l'avvenire (“Io sarò con te”, Es 3,12). Dio che rivela il suo
nome come “Io sono” si rivela come il Dio che è sempre là, presente accanto al
suo popolo per salvarlo. (Fine)