Commento CCC a YouCat Domanda n. 38 - Parte II.
YOUCAT Domanda n. 38 - Parte II. Chi è lo Spirito Santo?
(Risposta
Youcat- ripetizione) Lo Spirito Santo è la terza persona della
santissima Trinità ed ha la stessa dignità divina del Padre e del Figlio.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 245) La fede
apostolica riguardante lo Spirito è stata confessata dal secondo Concilio Ecumenico
nel 381 a Costantinopoli: crediamo “nello Spirito Santo, che è Signore e dà
vita, e procede dal Padre” [Simbolo
niceno-costantinopolitano: DS 150]. Così la Chiesa riconosce il Padre come
“la fonte e l'origine di tutta la divinità” [Concilio di Toledo VI (anno 638):
DS 490]. L'origine eterna dello Spirito Santo non è tuttavia senza legame con
quella del Figlio: “Lo Spirito Santo, che è la terza Persona della Trinità, è
Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio, della stessa sostanza e anche della stessa
natura. [...] Tuttavia, non si dice che egli è soltanto lo Spirito del Padre,
ma che è, ad un tempo, lo Spirito del Padre e del Figlio” [Concilio di Toledo
XI (anno 675), Symbolum: DS 527]. Il
Credo del Concilio di Costantinopoli della Chiesa confessa: “Con il Padre e con
il Figlio è adorato e glorificato” [Simbolo
niceno-costantinopolitano: DS 150].
Per meditare
(Commento Youcat - ripetizione) Quando scopriamo in noi la
realtà di Dio, lo facciamo per opera dello Spirito Santo. Dio «mandò nei nostri
cuori lo Spirito del suo Figlio» (Gal 4, 6) per colmarci di esso. Nello Spirito
Santo il cristiano trova gioia profonda, pace interiore e libertà. «E voi non
avete ricevuto uno Spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete
ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo:
"Abbà, Padre"» (Rm 8, 15b). Nello Spirito Santo che riceviamo nel
Battesimo e nella - Confermazione, possiamo rivolgerci a Dio col nome di
«Padre».
(Commento CCC) (CCC
117) Il senso spirituale. Data
l'unità del disegno di Dio, non soltanto il testo della Scrittura, ma anche le
realtà e gli avvenimenti di cui parla possono essere dei segni. 1. Il senso allegorico. Possiamo giungere ad una
comprensione più profonda degli avvenimenti se riconosciamo il loro significato
in Cristo; così, la traversata del Mar Rosso è un segno della vittoria di
Cristo, e quindi del Battesimo [1Cor 10,2]. 2. Il senso morale. Gli avvenimenti narrati nella Scrittura possono condurci ad
agire rettamente. Sono stati scritti “per ammonimento nostro” (1Cor 10,11) [Eb
3-4,11]. 3. Il senso anagogico.
Possiamo vedere certe realtà e certi avvenimenti nel loro significato eterno,
che ci conduce (in greco: “anagoge”)
verso la nostra Patria. Così la Chiesa sulla terra è segno della Gerusalemme
celeste [Ap 21,1-22,5]. (CCC 118) Un distico medievale riassume il significato
dei quattro sensi: “Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid
agas, quo tendas anagogia” (Agostino di Dacia, Rotulus pugillaris I). “La lettera insegna i fatti, l'allegoria che
cosa credere, il senso morale che cosa fare, e l'anagogia dove tendere”. (CCC 203)
Dio si è rivelato a Israele, suo popolo, facendogli conoscere il suo Nome. Il
nome esprime l'essenza, l'identità della persona e il senso della sua vita. Dio
ha un nome. Non è una forza anonima. Svelare il proprio nome, è farsi conoscere
agli altri; in qualche modo è consegnare se stesso rendendosi accessibile,
capace d'essere conosciuto più intimamente e di essere chiamato personalmente. (Continua)