Commento CCC a YOUCAT Domanda n. 31 - Parte III.
YOUCAT Domanda n. 31 - Parte III. Perché Dio si attribuisce un nome?
(Risposta
Youcat ripetizione) Dio si attribuisce un nome perché desidera
essere accessibile.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
208) Di fronte alla presenza affascinante e
misteriosa di Dio, l'uomo scopre la propria piccolezza. Davanti al roveto
ardente, Mosè si toglie i sandali e si vela il viso [Es 3,5-6] al cospetto
della santità divina. Davanti alla gloria del Dio tre volte santo, Isaia
esclama: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono”
(Is 6,5). Davanti ai segni divini che Gesù compie, Pietro esclama: “Signore,
allontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8). Ma poiché Dio è santo, può
perdonare all'uomo che davanti a lui si riconosce peccatore: “Non darò sfogo
all'ardore della mia ira […], perché sono Dio e non uomo, sono il Santo in
mezzo a te” (Os 11,9). Anche l'apostolo Giovanni dirà: “Davanti a lui
rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più
grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,19-20).
Per meditare
(Commento Youcat b) Dio si
rende accessibile al proprio popolo, eppure resta il Dio nascosto, il mistero
presente. Per timore reverenziale nei suoi confronti, il nome di Dio non veniva
(e non viene) mai pronunciato, ma lo si sostituisce con l'appellativo Adonai
(Signore). Questo è il termine utilizzato dal Nuovo Testamento quando Gesù
viene onorato come il vero Dio: «Gesù è il Signore» (Rm 10, 9).
(Commento CCC) (CCC
212) Lungo i secoli, la fede d'Israele ha potuto
sviluppare ed approfondire le ricchezze contenute nella rivelazione del nome
divino. Dio è unico, fuori di lui non ci sono dei [Is 44,6]. Egli trascende il
mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra: “essi periranno, ma
tu rimani, tutti si logorano come veste […] ma tu resti lo stesso e i tuoi anni
non hanno fine” (Sal 102,27-28). In lui “non c'è variazione né ombra di
cambiamento” (Gc 1,17). Egli è “colui che è” da sempre e per sempre, e perciò
resta sempre fedele a se stesso ed alle sue promesse. (CCC 213) La rivelazione del Nome ineffabile “Io sono colui che
sono” contiene dunque la verità che Dio solo È. In questo senso già la
traduzione dei Settanta e, sulla sua scia, la Tradizione della Chiesa hanno
inteso il nome divino: Dio è la pienezza dell'Essere e di ogni perfezione,
senza origine e senza fine. Mentre tutte le creature hanno ricevuto da lui
tutto ciò che sono e che hanno, egli solo è il suo stesso essere ed è da se
stesso tutto ciò che è. (Fine)