Commento CCC a YouCat Domanda n. 50.
YOUCAT Domanda n. 50. Qual è il ruolo dell'uomo nel piano della divina Provvidenza?
(Risposta
Youcat) Il perfezionamento della creazione ad opera della
Provvidenza di Dio non avviene al di sopra delle nostre teste. Dio ci invita a
collaborare al compimento della creazione.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 307) Dio dà
agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua Provvidenza,
affidando loro la responsabilità di “soggiogare” la terra e di dominarla [Gen
1,26-28]. In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e
libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per
il loro bene e per il bene del loro prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli
della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano
divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze
[Col 1,24]. Allora diventano in pienezza “collaboratori di Dio” (1Cor 3,9; 1Ts
3,2) e del suo Regno [Col 4,11].
Per meditare
(Commento Youcat) L'uomo può opporre un
rifiuto al volere di Dio; ma di certo meglio è per lui divenire uno strumento
dell'amore divino. Madre Teresa si sforzò per tutto il tempo della propria vita
a pensare: «Io sono una piccola matita nella mano del Signore; egli può
tagliare o fare la punta alla matita; può scrivere o disegnare che cosa egli
vuole e dove egli vuole. Quando il testo scritto o il disegno sono belli, non
ammiriamo la matita o il materiale utilizzato, ma solo colui che l'ha
utilizzato». Quando Dio opera con noi o tramite noi, non dobbiamo mai
confondere il nostro proprio pensiero, i nostri piani e le nostre azioni con
l'attività di Dio. Dio non ha bisogno del nostro lavoro, come se senza di
questo gli mancasse qualcosa.
(Commento CCC) (CCC 308) Dio agisce
in tutto l'agire delle sue creature: è una verità inseparabile dalla fede in
Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle cause seconde e per mezzo
di esse: “È Dio infatti che suscita” in noi “il volere e l'operare secondo i
suoi benevoli disegni” (Fil 2,13) [1Cor 12,6]. Lungi dallo sminuire la dignità
della creatura, questa verità la accresce. Infatti la creatura, tratta dal
nulla dalla potenza, dalla sapienza e dalla bontà di Dio, niente può se è
separata dalla propria origine, perché “la creatura senza il Creatore svanisce”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
36]; ancor meno può raggiungere il suo fine ultimo senza l'aiuto della grazia
[Mt 19,26; Gv 15,5; Fil 4,13].