Commento CCC a YouCat Domanda n. 101



YOUCAT Domanda n. 101 – Parte II. Perché Gesù doveva redimerci proprio sulla croce?


(Risposta Youcat - ripetizione) La croce su cui Gesù, innocente, fu giustiziato in maniera terribile, è il luogo della più estrema umiliazione e solitudine. Cristo, il redentore, scelse la croce per portare su di sé il peccato e la sofferenza del mondo. A questo modo egli ha riconciliato il mondo a Dio col suo amore perfetto.  

Riflessione e approfondimenti  

(Commento CCC) (CCC 616) È l'amore “sino alla fine” (Gv 13,1) che conferisce valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo. Egli ci ha tutti conosciuti e amati nell'offerta della sua vita [Gal 2,20; Ef 5,2.25]. “L'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti” (2Cor 5,14). Nessun uomo, fosse pure il più santo, era in grado di prendere su di sé i peccati di tutti gli uomini e di offrirsi in sacrificio per tutti. L'esistenza in Cristo della Persona divina del Figlio, che supera e nel medesimo tempo abbraccia tutte le persone umane e lo costituisce Capo di tutta l'umanità, rende possibile il suo sacrificio redentore per tutti.

Per meditare

(Commento Youcat) Quando nella persona del Figlio si lasciò colpire per noi sulla croce, Dio non poteva mostrarci con maggiore evidenza il suo amore. La croce era il più infamante e il più terribile strumento di esecuzione dell'antichità; nessun cittadino romano poteva essere crocifisso, qualsiasi fosse la sua colpa. Con la croce Dio si immerse nelle più profonde sofferenze dell'umanità e da allora nessuno può più dire: «Dio non sa che cosa sto soffrendo».

(Commento CCC) (CCC 617) “Sua sanctissima passione in ligno crucis nobis justificationem meruit – Con la sua santissima passione sul legno della croce ci meritò la giustificazione”, insegna il Concilio di Trento [DS 1529] sottolineando il carattere unico del sacrificio di Cristo come causa di salvezza eterna [Eb 5,9]. E la Chiesa venera la croce cantando: “O crux, ave, spes unica - Ave, o croce, unica speranza” [Aggiunta liturgica all’inno “Vexilla Regis”: Liturgia delle Ore, v. 2]. (CCC 622) In questo consiste la redenzione di Cristo: egli “è venuto per […] dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28), cioè ad amare “i suoi sino alla fine” (Gv 13,1) perché essi siano liberati dalla loro vuota condotta ereditata dai loro padri (1Pt 1,18). (Fine)   

(Prossima domanda: Perché anche noi dobbiamo accettare la sofferenza nella nostra vita, «prendere su di noi la nostra croce» e seguire Gesù?) 

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