Commento CCC a YouCat Domanda n. 103
YOUCAT Domanda n. 103. Gesù era veramente morto, ha potuto forse risorgere perché aveva subito la morte in maniera solo apparente?
(Risposta Youcat) Gesù Cristo morì veramente sulla croce
ed il suo corpo fu sepolto, tutte le fonti lo attestano.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 627) La morte di Cristo è stata una vera morte
in quanto ha messo fine alla sua esistenza umana terrena. Ma a causa
dell'unione che la persona del Figlio ha mantenuto con il suo corpo, non si è
trattato di uno spogliamento mortale come gli altri, perché “non era possibile
che” la morte “lo tenesse in suo potere” (At 2,24) e perciò “la virtù divina ha
preservato il corpo di Cristo dalla corruzione” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 51, 3, 2]. Di
Cristo si può dire contemporaneamente: “Fu eliminato dalla terra dei viventi”
(Is 53,8) e: “Il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita
nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione” (At 2,26-27; cf.
Sal 16,9-10). La risurrezione di Gesù “il terzo giorno” (1Cor 15,4; Lc 24,46;
cf. Mt 12,40; Gn 2,1; Os 6,2) ne era il segno, anche perché si credeva che la
corruzione si manifestasse a partire dal quarto giorno [Gv 11,39].
Per meditare
(Commento
Youcat) In Gv 19, 33ss. i soldati constatano espressamente la morte di Gesù:
con una lancia squarciano il costato nel suo corpo e vedono che ne fuoriesce
sangue ed acqua. Inoltre si dice che agli altri crocifissi furono spezzate le
gambe, una misura presa per affrettare il processo di morte e che nel caso di
Gesù non era più necessaria, poiché nel suo caso il decesso era già avvenuto.
(Commento CCC) (CCC 1009) La
morte è trasformata da Cristo. Anche Gesù, il Figlio di Dio, ha subito la
morte, propria della condizione umana. Ma, malgrado la sua angoscia di fronte
ad essa (Mc 14,33-34; Eb 5, 7-8), egli la assunse in un atto di totale e libera
sottomissione alla volontà del Padre suo. L’obbedienza di Gesù ha trasformato
la maledizione della morte in benedizione (Rm 5,19-21). (CCC 1010) Grazie a Cristo, la morte cristiana ha un significato
positivo. “Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1,21).
“Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui” (2Tm 2,11).
Qui sta la novità essenziale della morte cristiana: mediante il Battesimo, il
cristiano è già sacramentalmente “morto con Cristo”, per vivere di una vita
nuova; e se noi moriamo nella grazia di Cristo, la morte fisica consuma questo
“morire con Cristo” e compie così la nostra incorporazione a lui nel suo atto
redentore: “Per me è meglio morire per (eis)
Gesù Cristo, che essere re fino ai confini della terra. Io cerco colui che morì
per noi; io voglio colui che per noi risuscitò. Il parto è imminente. […]
Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo”
[Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad
Romanos, 6, 1-2].