Commento CCC a Youcat Domanda n. 98 Parte IV



YOUCAT Domanda n. 98. Parte IV - Dio voleva la morte del suo Figlio unigenito?


(Risposta Youcat ripetizione) Alla morte violenta di Gesù non si giunse per via di tragiche circostanze esteriori. Gesù venne «consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio» (At 2, 23). Perché noi figli del peccato e della morte avessimo la vita, il Padre celeste «fece peccato in nostro favore colui che non aveva conosciuto peccato» (2 Cor 5, 21). La grandezza del sacrificio che Dio Padre richiedeva al proprio Figlio corrispondeva alla grandezza della passione di Cristo: «Che cosa dirò? "Padre, salvami da quest'ora?". Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora» (Gv 12, 27). Da entrambe le parti si tratta di amore che si mostrò nell'estremo della croce.    

Riflessione e approfondimenti  

(Commento CCC) (CCC 604) Nel consegnare suo Figlio per i nostri peccati, Dio manifesta che il suo disegno su di noi è un disegno di amore benevolo che precede ogni merito da parte nostra: “In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10.19]. “Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8).

Per meditare

(Commento Youcat) Per salvarci dalla morte Dio si cimentò in una missione pericolosa e instillò la «medicina dell'immortalità» Ignazio di Antiochia) nel nostro mondo condannato alla morte - ossia il suo Figlio Gesù Cristo. Padre e Figlio erano in questa missione legati indissolubilmente, pronti ad affrontare la morte per amore e in favore degli uomini. Dio volle compiere uno scambio per salvarci per sempre. Egli voleva darci la sua vita eterna perché noi gustassimo la sua gioia e voleva soffrire la nostra condizione mortale, la nostra disperazione, la nostra solitudine, La nostra morte, per condividere ogni cosa con noi, per amarci fino alla fine e anche oltre. La morte di Cristo è volere del Padre, ma non è la sua ultima parola. Dal momento in cui Cristo è morto per noi, possiamo scambiare la nostra morte con la sua vita.

(Commento CCC) (CCC 605) Questo amore è senza esclusioni; Gesù l'ha richiamato a conclusione della parabola della pecorella smarrita: “Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli” (Mt 18,14). Egli afferma di “dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28); quest'ultimo termine non è restrittivo: oppone l'insieme dell'umanità all'unica persona del Redentore che si consegna per salvarla [Rm 5,18-19]. La Chiesa, seguendo gli Apostoli [2Cor 5,15; 1Gv 2,2], insegna che Cristo è morto per tutti senza eccezioni: “Non vi è, non vi è stato, non vi sarà alcun uomo per il quale Cristo non abbia sofferto” [Concilio di Quierzy (anno 853): DS 624]. (Continua)  


(Continua la domanda: Dio voleva la morte del suo Figlio unigenito?)  

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