Commento CCC a YouCat Domanda n. 146
YOUCAT Domanda n. 146. - Parte IV. Che cosa significa «comunione dei santi»?
(Risposta Youcat - ripetizione) Alla «comunione dei
santi» appartengono tutti gli uomini che hanno riposto in Cristo la loro
speranza e che con il Battesimo gli appartengono, che essi siano morti o che
vivano ancora. Poiché noi siamo un corpo solo in Cristo, viviamo in una
comunione che abbraccia il cielo e la terra.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 960) La Chiesa è “comunione dei santi”: questa
espressione designa primariamente le “cose sante” (sancta), e innanzi tutto l'Eucaristia con la quale “viene
rappresentata e prodotta l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in
Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 3]. (CCC 961) Questo
termine designa anche la comunione delle “persone sante” (sancti) nel Cristo che è “morto per tutti”, in modo che quanto
ognuno fa o soffre in e per Cristo porta frutto per tutti.
Per meditare
(Commento Youcat) La Chiesa è
più grande e più viva di quello che noi pensiamo. Le appartengono i vivi ed i
morti, che essi si trovino ancora in un processo di purificazione o che siano
già nella gloria di Dio, conosciuti o sconosciuti, grandi santi o persone
qualsiasi; possiamo esserci vicini l'uno con l'altro anche oltre la morte;
possiamo invocare i nostri patroni o i nostri santi preferiti, ma anche i
nostri parenti defunti che crediamo già giunti presso Dio; d'altro canto con la
nostra preghiera possiamo essere d'aiuto ai defunti che si trovano ancora in
una fase di purificazione. Ciò che il singolo fa o soffre in Cristo o per
Cristo giova a tutti; viceversa questo significa anche che ogni peccato macchia
tutta la comunità.
(Commento CCC) (CCC 962) “Noi crediamo alla comunione di tutti i
fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti
che compiono la loro purificazione e dei beati del cielo; tutti insieme formano
una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l'amore misericordioso di
Dio e dei suoi santi ascolta costantemente le nostre preghiere” [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 30]. (Fine)