Commento CCC a YouCat Domanda n. 153 - Parte I.
YOUCAT Domanda n. 153 - Parte I. Perché noi crediamo nella risurrezione della «carne»?
(Risposta
Youcat) Il termine biblico «carne» caratterizza l'uomo nella
sua debolezza e nella sua condizione mortale; tuttavia Dio non guarda alla
carne umana come a qualcosa di qualità inferiore. In Gesù Cristo egli stesso
assunse la «carne» (Incarnazione) per redimere l'uomo. Dio non redime solo lo
spirito dell'uomo, ma lo redime nella sua completezza, in corpo e anima.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 992) La risurrezione dei morti è stata rivelata da Dio
al suo popolo progressivamente. La speranza nella risurrezione corporea dei
morti si è imposta come una conseguenza intrinseca della fede in un Dio
Creatore di tutto intero l’uomo, anima e corpo. Il Creatore del cielo e della
terra è anche colui che mantiene fedelmente la sua Alleanza con Abramo e con la
sua discendenza. È in questa duplice prospettiva che comincerà ad esprimersi la
fede nella risurrezione. Nelle loro prove i martiri Maccabei confessano: “Il Re
del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova
ed eterna” (2 Mac 7, 9). “È bello morire a causa degli uomini, per attendere da
Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati” (2 Mac
7, 14. 29; Dn 12,1-13). (CCC 993) I
farisei [At 23,6] e molti contemporanei del Signore [Gv 11,24] speravano nella
risurrezione. Gesù la insegna con fermezza. Ai sadducei che la negano risponde:
«Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né
la potenza di Dio?» (Mc 12, 24). La fede nella risurrezione riposa sulla fede
in Dio che «non è un Dio dei morti, ma dei viventi!» (Mc 12, 27).
Per meditare
(Commento Youcat) Dio ci ha creati con corpo (carne) e anima,
e alla fine del mondo egli non abbandonerà la «carne» né il resto della
creazione come si fa con un giocattolo vecchio. «Negli ultimi giorni» egli ci
farà risorgere nella carne - il che significa: saremo trasformati, ma ci
troveremo sempre nel nostro elemento. Anche per Gesù il trovarsi nella carne
non era una realtà episodica; quando il Risorto si mostrò ai suoi discepoli,
questi riconobbero i segni delle piaghe nel suo corpo.
(Commento CCC) (CCC 994) Ma c’è di più. Gesù lega la fede nella
risurrezione alla sua stessa Persona: «Io sono la Risurrezione e la Vita» (Gv
11, 25). Sarà lo stesso Gesù a risuscitare nell’ultimo giorno coloro che
avranno creduto in lui e che avranno mangiato il suo Corpo e bevuto il suo
Sangue [Gv 6,54]. Egli fin d’ora ne dà un segno e una caparra facendo tornare
in vita alcuni morti [Mc 5,21-43; Lc 7,11; Gv 11], annunziando con ciò la sua
stessa risurrezione, la quale però sarà di un altro ordine. Di tale avvenimento
senza eguale parla come del «segno di Giona» [Mt 12, 39], del segno del Tempio
[Gv 2,19-22]: annunzia la sua Risurrezione al terzo giorno dopo essere stato
messo a morte [Mc 10,34]. (Continua)
(Continua la domanda: Perché noi crediamo nella risurrezione della carne?)