Commento CCC a YouCat Domanda n. 155 - Parte I.
YOUCAT Domanda n. 155 - Parte I. In che modo Cristo ci aiuta nell'ora della morte, se confidiamo in lui?
(Risposta
Youcat) Cristo ci viene incontro e ci guida alla vita eterna.
«Non sarà la morte a venirmi a prendere, ma Dio» (santa Teresa di Lisieux).
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 1005) Per risuscitare con Cristo, bisogna
morire con Cristo, bisogna «andare in esilio dal corpo e abitare presso il
Signore» (2 Cor 5,8). In questo «essere sciolto» (Fil 1,23) che è la morte,
l’anima viene separata dal corpo. Essa sarà riunita al suo corpo il giorno
della risurrezione dei morti [Paolo VI, Credo
del popolo di Dio, 28]. (CCC 1006) «In faccia alla morte l’enigma della
condizione umana diventa sommo» (Conc. Vat. II, Gaudium et Spes, 18). Per un verso la morte corporale è naturale,
ma per la fede essa in realtà è «salario del peccato» (Rm 6,23; Gn 2,17). E per
coloro che muoiono nella grazia di Cristo, è una partecipazione alla morte del
Signore, per poter partecipare anche alla sua risurrezione [Rm 6,3-9; Fil
3,10-11]. (CCC 1007) La morte è il termine della vita terrena. Le nostre vite sono
misurate dal tempo, nel corso del quale noi cambiamo, invecchiamo e, come per
tutti gli esseri viventi della terra, la morte appare come la fine normale
della vita. Questo aspetto della morte comporta un’urgenza per le nostre vite:
infatti il far memoria della nostra mortalità serve anche a ricordarci che
abbiamo soltanto un tempo limitato per realizzare la nostra esistenza.
“Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza […] prima che
ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e lo spirito torni a Dio che lo
ha dato” (Qo 12,1.7).
Per meditare
(Commento Youcat) In riferimento alla sofferenza e alla morte
di Gesù anche la morte può diventare più sopportabile. In un atto di confidenza
e di amore nei confronti del Padre possiamo dire «sì» come ha fatto Gesù
nell'orto degli ulivi; tale comportamento si chiama «sacrificio spirituale», il
morente si unisce al sacrificio di Cristo sulla croce. Chi muore in questo
modo, con fiducia verso Dio e in pace con gli uomini, è sulla via della
comunione con Cristo risorto. La nostra morte non ci fa cadere più in basso che
nelle sue mani, e chi muore non è diretto verso il nulla ma fa ritorno
all'amore di Dio che lo ha creato.
(Commento CCC) (CCC 1008) La
morte è conseguenza del peccato. Interprete autentico delle affermazioni
della Sacra Scrittura [Gn 2,17; 3,3.19; Sap 1,13; Rm 5,12; 6,23] e della
Tradizione, il Magistero della Chiesa insegna che la morte è entrata nel mondo
a causa del peccato dell’uomo (Concilio di Trento, Decretum de peccato originali, can. 1: DS 1511). Sebbene l’uomo
possedesse una natura mortale, Dio lo destinava a non morire. La morte fu
dunque contraria ai disegni di Dio Creatore ed essa entrò nel mondo come
conseguenza del peccato [Sap 2,23-24]. «La morte corporale, dalla quale l’uomo
sarebbe stato esentato se non avesse peccato» [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 18], è pertanto
«l’ultimo nemico» (1 Cor 15,26) dell’uomo a dover essere vinto. (Continua)