Commento CCC a YouCat Domanda n. 161 - Parte III.




YOUCAT Domanda n.  161 – Parte III. Che cos’è l’inferno?


(Risposta Youcat ripetizione) L’inferno è la condizione dell’eterna lontananza da Dio, l’assenza assoluta di amore.   

Riflessione e approfondimenti  

(Commento CCC) (CCC 1036) Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l’inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l’uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla Vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13-14). “Siccome non conosciamo né il giorno né l’ora, bisogna, come ci avvisa il Signore, che vegliamo assiduamente, affinché, finito l’unico corso della nostra vita terrena, meritiamo con lui di entrare al banchetto nuziale ed essere annoverati tra i beati, né ci si comandi, come a servi cattivi e pigri, di andare al fuoco eterno, nelle tenebre esteriori dove ci sarà pianto e stridore di denti” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48].

Per meditare

(Commento Youcat) Chi muore consapevolmente e volontariamente in peccato mortale senza pentirsene e respinge per sempre l’amore misericordioso di Dio che perdona, esclude se stesso dalla comunione con Dio e con i beati. Non sappiamo se veramente qualcuno al momento delta morte possa guardare il volto dell’amore assoluto e continuare a dire di no, ma la nostra libertà rende possibile questa decisione. Gesù ci mette spesso in guardia dal separarci definitivamente da lui nel momento in cui ci chiudiamo al bisogno dei suoi fratelli e sorelle: «Via, lontano da me, maledetti… tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me» (Mt 25, 41.45).    

(Commento CCC) (CCC 1821) Noi possiamo, dunque, sperare la gloria del cielo promessa da Dio a coloro che lo amano [Rm 8,28-30] e fanno la sua volontà [Mt 7,21]. In ogni circostanza ognuno deve sperare, con la grazia di Dio, di perseverare “sino alla fine” [Mt 10,22; Concilio di Trento: DS 1541] e ottenere la gioia del cielo, quale eterna ricompensa di Dio per le buone opere compiute con la grazia di Cristo. Nella speranza la Chiesa prega che “tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4). Essa anela ad essere unita a Cristo, suo Sposo, nella gloria del cielo: “Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve. Pensa che quanto più lotterai, tanto più proverai l’amore che hai per il tuo Dio e tanto più un giorno godrai con il tuo Diletto, in una felicità ed in un’estasi che mai potranno aver fine” [Santa Teresa di Gesù, Exclamaciones del alma a Dios, 15, 3].  (Fine)

(Prossima domanda: Se Dio è amore, come può esistere un inferno?)

Post più popolari