Commento CCC a YouCat Domanda n. 232 – Parte IV.
YOUCAT Domanda n. 232 - Parte IV. Qual è la mia parte in una confessione?
(Risposta
Youcat - ripetizione) Fa parte di ogni confessione l'esame di
coscienza, la contrizione, il proposito, la confessione e la soddisfazione.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
1457) Secondo il precetto della Chiesa, “ogni fedele, raggiunta l'età della
discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati
gravi, almeno una volta nell'anno” [CIC canone 989; Concilio di Trento: DS
1683; 1708]. Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non
deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza
aver prima ricevuto l'assoluzione sacramentale [Concilio di Trento: DS 1647;
1661], a meno che non abbia un motivo grave per comunicarsi e non gli sia
possibile accedere a un confessore [CIC canone 916; CCEO canone 711]. I
fanciulli devono accostarsi al sacramento della Penitenza prima di ricevere per
la prima volta la Santa Comunione [CIC canone 914].
Per meditare
(Commento Youcat) L'esame di coscienza dovrebbe essere
approfondito, ma non può mai essere esaustivo; con una confessione esteriore,
senza un vero pentimento, nessuno può essere assolto dai propri peccati.
Altrettanto indispensabile è proposito di non commettere più il peccato;
dobbiamo necessariamente anche esprimere i nostri peccati al confessore, cioè
confessarci; fa parte della confessione anche la penitenza o riparazione, che
il confessore impone al penitente per la riparazione del male commesso.
(Commento CCC) (CCC
1459) Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per
riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi
è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in
più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue
relazioni con Dio e con il prossimo. L'assoluzione toglie il peccato, ma non
porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato [Concilio di
Trento: DS 1712]. Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora recuperare
la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le
proprie colpe: deve “soddisfare” in maniera adeguata o “espiare” i suoi
peccati. Questa soddisfazione si chiama anche “penitenza”. (Continua)