Natale: Messa della Notte: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio



Natale: Messa della Notte: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio 


A Natale, le parole più incantevoli nella Messa della notte sono queste: un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Questo figlio non è un bambino qualunque, ma è il Figlio di Dio. Egli è la pienezza di grazia, il dono gratuito d’amore che porta con sé la salvezza, ossia la vita divina che estende a tutta l’umanità.  

Ascoltiamo la Parola di Dio


Is 9, 1-3. 5-6 “1Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.2Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda.3Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. 5Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. 6Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti”.


Tt 2, 11-14 11È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini 12e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, 13nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 14Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone”.


Lc 2, 1-14: “1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama"”. 

Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo


Nella prima lettura del profeta Isaia, il grande inno messianico è tutto uno splendore di luce e di gioia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Esso celebra la luce divina che fuga tutte le tenebre  dell’oppressione, dell’ ingiustizia e della violenza umana. È luce il tenero e fragile bambino, nato per noi, atteso da sempre. Egli è il Principe della pace, il Re del Regno senza  fine, il Dio potente
I credenti di ieri, di oggi e di sempre, attratti e illuminati da questa luce, accorrono alla grotta, nel cuore della notte, per vedere e gioire. Quanti non credono, invece, dormono o giacciono nell’oscurità e nelle tenebre. Il Salvatore degli uomini è nato in un umile villaggio, ai margini del mondo e giace nella mangiatoia di una grotta. Per lui, Re dei re, Signore dei Signori, Consigliere ammirabile, nato per noi, non trova posto né riceve alloggio fra noi. Questo paradosso illumina e spiega tutti i paradossi descritti nei Vangeli
I fedeli, che nella notte oscura corrono verso le chiese luminose, per unire i loro canti di gioia e di ringraziamento a quelli degli angeli, rivivono sempre la stessa grande gioia dei pastori. Ovunque l’umanità sia nelle tenebre, nelle ombre di morte e nelle oscurità terrene, la gloria e l’amore del Signore sfolgorano di luce divina e illuminano. L’Angelo del Signore proclama a tutti: “non temete” … “vi annuncio una grande gioia” … “oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. 
La moltitudine di angeli canta: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama". Il Natale inizia sempre così. Dall’alto dei cieli scendono: luce, gioia, pace, canti angelici, amore di Dio per tutta l’umanità. Nessuno è escluso. È il paradosso della povertà e umiltà di Dio che viene incontro alla vana potenza umana e alla sterile ricchezza terrena. 
Chiediamoci seriamente: dove sono la potenza e il fasto dell’Impero romano e di tutti gli Imperi che si alternarono sulla Terra? Chi li ricorda ancora? In ogni Natale, invece, nel mondo intero, folle di fedeli accorrono festanti e gioiose alle culle, povere e umili ma luminose in cui giace l’Emmanuel: il Dio con noi. Egli ogni volta rinasce per arricchirci con i suoi doni gratuiti e generosi di: misericordia, salvezza, fede, pace, speranza, amore, gioia, vita divina, vita eterna, felicità, risurrezione. 
Questi doni li dobbiamo portare e offrire anche noi, generosamente e gratuitamente ai nostri fratelli, soprattutto poveri, sprovveduti e sofferenti. La Chiesa invita tutti a diffondere i doni meravigliosi e inesauribili del Natale e dell’Incarnazione che abbiamo ricevuto. 
Il dono maggiore, comunque, è proprio l’Emmanuel: il Dio per sempre con noi, il Signore Gesù, il Dio Salvatore e Redentore. Egli solo può donare a tutta l’umanità: misericordia, riconciliazione, perdono, pace, speranza, amore, gioia perfetta ed eterna.    

Preghiamo con la Liturgia della Chiesa 


La liturgia del Natale ispira le nostre preghiere a Cristo, vera luce del mondo e gloria del cielo. Preghiamo insieme anche noi: “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo”.

Egualmente gioioso è l’invito della Chiesa al Padre, perché ci trasformi nel suo Cristo Diletto, che ci ha innalzati accanto a sé nella gloria. Diciamo con essa: “Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria”.

Infine, sempre con la Chiesa, chiediamo ancora al Signore di fare di noi dei testimoni convinti, impegnati ad annunziare la salvezza, con tutta la nostra vita: “O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa’ che testimoniamo nella vita l’annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo”.

GUALBERTO GISMONDI  OFM

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