Commento CCC a YouCat Domanda n. 359 – Parte III.
YOUCAT Domanda n. 359 – Parte III. Perché Dio vuole che consideriamo santo il suo nome?
(Risposta Youcat – ripetizione) Dire a qualcuno il proprio nome è un segno di fiducia. Poiché Dio ci ha
rivelato il suo nome, si rende conoscibile e tramite questo nome ci permette di
avvicinarci a lui. Dio è verità assoluta: chi invoca la verità col suo vero
nome, ma la usa per una falsa testimonianza, commette un grave peccato.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
2146) Il secondo comandamento proibisce l'abuso del nome di Dio, cioè ogni uso sconveniente del
nome di Dio, di Gesù Cristo, della Vergine Maria e di tutti i santi. (CCC
2147) Le promesse
fatte ad altri nel nome di Dio impegnano l'onore, la fedeltà, la veracità e
l'autorità divine. Esse devono essere mantenute, per giustizia. Essere infedeli
a queste promesse equivale ad abusare del nome di Dio e, in qualche modo, a
fare di Dio un bugiardo [1Gv 1,10].
Per meditare
(Commento Youcat) Non si può pronunciare il nome di Dio senza timore
reverenziale; lo conosciamo solo perché egli si è rivelato a noi, e il suo nome
è veramente la chiave per accedere al cuore dell'Onnipotente. Per questo è
veramente un grave peccato offendere Dio, imprecare o fare false promesse nel
suo nome; il secondo comandamento è quindi un comandamento che protegge tout court ciò che è «santo». Luoghi, cose, nomi o persone che
vengono toccati da Dio sono «santi»; la sensibilità per ciò che è santo si
chiama venerazione.
(Commento CCC) (CCC
2148) La bestemmia
si oppone direttamente al secondo comandamento. Consiste nel proferire contro
Dio - interiormente o esteriormente - parole di odio, di rimprovero, di sfida,
nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di lui nei propositi,
nell'abusare del nome di Dio. San Giacomo disapprova coloro “che bestemmiano il
bel nome (di Gesù) che è stato invocato” sopra di loro (Gc 2,7). La proibizione
della bestemmia si estende alle parole contro la Chiesa di Cristo, i santi, le
cose sacre. E' blasfemo anche ricorrere al nome di Dio per mascherare pratiche
criminali, ridurre popoli in schiavitù, torturare o mettere a morte. L'abuso
del nome di Dio per commettere un crimine provoca il rigetto della religione.
La bestemmia è contraria al rispetto dovuto a Dio e al suo santo nome. Per sua
natura è un peccato grave [CIC canone 1369].