Terza Domenica Tempo Ordinario A: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino
Terza Domenica Tempo Ordinario A: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino
Nell’Anno A, è il Vangelo dell’apostolo Matteo a far conoscere a tutti la
persona, le parole, i discorsi, i gesti e gli interventi del Signore Gesù, che insegna nelle
sinagoghe, annuncia il vangelo del Regno e guarisce ogni sorta di malattie e di
infermità nel popolo.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Is 8, 23. 9,3: “8.23In
passato il Signore umiliò
la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma
in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea
delle genti. 9,1Il popolo che camminava nelle tenebre ha
visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce
rifulse. 2Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono
davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide
la preda. 3Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la
sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di
Madian”.
1Co 1,10-13.17: “10Vi
esorto fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti
unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in
perfetta unione di pensiero e di sentire. 11Infatti
a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra
voi vi sono discordie. 12Mi riferisco al fatto
che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di
Apollo", "Io invece di Cefa", "E io di Cristo".13È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse
crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? 17Cristo
infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con
sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo”.
Mt 4, 12-23: 12Quando Gesù seppe che
Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nazareth
e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e
di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo
del profeta Isaia:15 Terra di Zàbulon e
terra di Nèftali sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una
grande luce ,per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una
luce è sorta. 17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire:
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". 18Mentre
camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro,
e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò
pescatori di uomini". 20Ed essi subito
lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando
oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo
fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro
reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono
la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la
Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e
guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo”.
Meditiamo con lo Spirito Santo
La prima lettura e
il Vangelo di oggi riprendono alcuni temi già enunciati a Natale. Zàbulon, Nèftali, via del mare, oltre-Giordano, Galilea
delle genti, sono le terre in cui l’antico popolo di Dio dovette abitare in
mezzo ai pagani: Cananei, deportati da Assiri e Babilonesi ecc. La via
del mare era percorsa da ogni tipo di carovane. Pagani, dissidenti, non
credenti, forestieri, stranieri ecc.
Eppure, proprio qui e fra questi soggetti,
immersi in queste ombre e
tenebre, il
Signore volle iniziare a fare risplendere la sua luce, la gioia della sua salvezza e la letizia
del suo Vangelo. Sono proprio queste terre e queste genti che
in futuro saranno rese gloriose secondo la profezia.
La circostanza che diede inizio all’opera di
Gesù fu l’arresto e l’imprigionamento di Giovanni Battista, che purtroppo terminò
con la sua decapitazione, nella prigione e per ordine di Erode. Quando Gesù
seppe questo lasciò Nazareth e si stabilì a Cafarnao, che divenne una delle
basi preferite della sua attività.
Il Vangelo di Matteo, quindi, mostra che proprio in queste terre
Gesù cominciò ad annunciare la vicinanza del suo Regno e la necessità di convertirsi
alla sua parola e al suo Vangelo. Qui Egli scelse i primi discepoli, umili
pescatori che preparò come suoi apostoli. Qui insegnò nelle sinagoghe. Qui guarì
folle di ammalati e di infermi. Qui iniziò e fece crescere il suo Regno di Dio o Regno dei cieli.
In questo mondo, apparentemente lontano da Dio,
immerso negli interessi quotidiani e nei compiti terreni di ogni giorno, il Signore inaugurò e aprì il nuovo mondo della pace messianica e della
salvezza. Gesù precisò più volte che il suo Regno dei cieli non è soltanto nell’aldilà, perché è già qui, presente in mezzo a noi e dentro di noi.
Nell’aldilà raggiungerà la sua dimensione futura, finale, stabile e definitiva.
La sua forma viva e dinamica, invece, è nata già in questa vita e cresce fin da
ora.
Comincia dento di noi e fra noi,
come opera incessante della grazia divina, che fa nascere e crescere in ciascuno
di noi e fra noi la fede, la carità, l’amore, il servizio e il dono reciproco. Qui nasce
e cresce sempre più, in mezzo a ogni opposizione, sofferenza e difficoltà. Tutto
questo è spiegato e confermato anche nella seconda lettura di oggi, nella quale
San Paolo invita le prime comunità ecclesiali ad essere unanimi, ad evitare ogni
divisione, contesa e discordia, a curare sempre la perfetta unione dei pensieri
e dei sentimenti, perché l’amore e la carità di Cristo regnino sovrane su tutto
e tutti, attirando sempre nuovi seguaci.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
Nella prima delle due orazioni iniziali chiediamo al Padre
Onnipotente ed eterno di guidare tutte le nostre azioni secondo la tua volontà,
per poter portare frutti generosi di buone opere, nel nome del suo diletto
Figlio: “O Dio Onnipotente ed eterno,
guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto
Figlio portiamo frutti generosi di opere buone”. Nella seconda chiediamo
che le nostre comunità, illuminate dalla sua parola e unite nel suo amore,
diventino segno di salvezza e di speranza per quanti sono nelle tenebre e
anelano alla luce: “O Dio che hai fondato
la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fa che le nostre comunità, illuminate
dalla tua parola e unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno di salvezza
e di speranza per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce”.
Riguardo ai doni che gli abbiamo offerto gli chiediamo:
“Accogli i nostri doni, Padre
misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino
per noi sacramento di salvezza”. Infine, chiediamo che i suoi santi misteri
ci riempiano di gioia per il dono inesauribile della sua vita nuova: “Dio, che in questi santi misteri ci hai
nutriti con il corpo e il sangue del tuo Figlio, fa che ci rallegriamo sempre
del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova”.
GUALBERTO GISMONDI OFM