Sesta Domenica Tempo Ordinario A: non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento
Sesta Domenica Tempo Ordinario A: non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento
In questa sesta
domenica possiamo meditare su alcune parole di speranza e di gioia molto incoraggianti,
già presentate dalle Scritture ma, soprattutto, annunciate dal Signore Gesù.
Esse ci dicono ciò che il Padre ha preparato per coloro che lo amano. Il Figlio è venuto non ad abolirle, ma a confermarle e
a dare loro pienezza di compimento.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Sir 15, 15-20: “15Se vuoi osservare i
comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. 16Egli ti ha posto
davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano.17Davanti agli
uomini stanno la vita e la morte, a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.18Grande
infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. 19I
suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. 20A
nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare”.
1Co 2, 6-10: “6Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di
sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di
questo mondo, che vengono ridotti al nulla. 7Parliamo invece della
sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha
stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. 8Nessuno dei
dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non
avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9Ma, come sta scritto:
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore
di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano . 10Ma a
noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene
ogni cosa, anche le profondità di Dio”.
Mt 5, 17-37: “17In quel tempo Gesù disse ai
suoi discepoli: non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti;
non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità
io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo
iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi
dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a
fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 20Io vi dico infatti: se la vostra
giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel
regno dei cieli.21Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non
ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma
io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto
al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere
sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al
fuoco della Geènna.23Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare
e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia
lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo
fratello e poi torna a offrire il tuo dono.25Mettiti
presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché
l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga
gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là
finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!27Avete inteso che
fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei
nel proprio cuore.29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo,
cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra,
piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se
la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti
conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo
vada a finire nella Geènna.31Fu pure detto: "Chi ripudia la
propria moglie, le dia l'atto del ripudio". 32Ma io vi dico:
chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la
espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.33Avete
anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma
adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". 34Ma io
vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi
piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non
giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o
nero un solo capello. 37Sia invece il vostro
parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno”.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Domenica scorsa il
Signore ci ha detto che, come cristiani, siamo il sale della terra e la luce
del mondo. In questa domenica ci dice che cosa fare e come farlo, per essere
tali. Già la prima lettura, dell’Antico
Testamento, afferma con straordinario vigore la libertà e la responsabilità
umana. L’una non può esistere senza l’altra. Presenta, poi, le realtà incompatibili,
in totale opposizione fra loro come il fuoco e l’acqua, la vita e la morte; il
bene e il male. Il bene è la vita, il male è la morte. Fra vita e morte non c’è
alcuno spazio, quindi nessun relativismo, né ieri né oggi.
Dio non ha mai comandato di essere
empi, né ha mai dato a nessuno il permesso di peccare. Su tutto ciò Gesù è
chiarissimo: “non sono venuto ad abolire la Legge e i
Profeti ma a dare loro pieno compimento”. Per questo motivo Gesù pone in contrasto il “vi è stato detto” degli scribi, farisei e dottori della Legge, con
il suo “ma io vi dico”. Il “vi è stato detto” è parola di uomini, mentre
il suo “ma io vi dico” è Parola di Dio. Gesù completa e
perfeziona, facendo passare le esigenze spirituali ed etico-morali da lettera che uccide a Spirito che è e che dà vita.
Non basta più
“non uccidere” bisogna amare,
perdonare, servire. Stesso passaggio per gli altri peccati. Non compiere il
male non basta più: è necessario compiere il bene. Questo riguarda soprattutto
quelle persone, anche credenti, che si domandano sempre: “Che male c’è?” Non si rendono conto che è la domanda peggiore,
sbagliata e fuorviante. Ripetiamolo sempre: il compito dei cristiani non è: non fare il male, bensì fare il bene.
Non basta non uccidere, è necessario amare e
servire la vita di tutti, accoglierla difenderla e servirla. Non basta non
vendicarsi, è necessario perdonare, chiedere perdono, riconciliarsi. Non basta
non mentire, non giurare, non testimoniare falsamente, è necessario impegnarsi
a favore della verità. Ogni parola deve essere veridica e sincera. Il di più
viene dal Maligno. Non basta evitare adulteri e divorzi, occorre scambiarsi reciprocamente:
amore, rispetto, tenerezza, dolcezza, premure, delicatezze fra coniugi,
genitori e figli e familiari.
Gesù col suo immenso amore ha trasformato la “Legge delle regole” dell’Antica Alleanza nella “Legge dell’amore gratuito, generoso e totale” ossia senza limiti della
Nuova Alleanza. Le parole divine di Gesù: “Ma
io vi dico”, ci trasformano in creature divine. Ciò che conta è la nostra
fedeltà autentica al Padre, a Cristo e al Vangelo. Su di essa si baserà il
giudizio del Signore nell’ultimo giorno.
Ricordiamoci sempre la grande promessa
fattaci dal Signore: “Chi osserverà anche
i minimi di questi miei precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto,
sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Cieli e terra passeranno,
queste parole non passeranno mai. Esse fondano la nostra fede in Lui e nella beatitudine
eterna, la sua felicità, la sua gloria. La seconda lettura di questa domenica e
la fede della Chiesa lo confermano: “Quelle cose che occhio non vide, né
orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro
che lo amano”.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
Chiediamo anche noi di poter diventare la “stabile dimora” di Dio, amandolo con
cuore retto e sincero e ascoltando sempre la sua parola: “O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con
cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare
tua stabile dimora”.
La seconda domanda da rivolgere al Signore è di essere
sempre coerenti, nella nostra vita, con le esigenze del vangelo e diventare
segni di riconciliazione e di pace: “O
Dio, che riveli la pienezza della legge nella giustizia nuova fondata
sull’amore, fa’ che il popolo cristiano, radunato per offrirti il sacrificio
perfetto, sia coerente con le esigenze del vangelo, e diventi per ogni uomo
segno di riconciliazione e di pace”.
Offrendo al Signore il pane e il vino, chiediamogli di
essere purificati e rinnovati, fedeli alla sua volontà: “Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a
chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna”.
Il convito eucaristico ci faccia cercare sempre i beni veri
che ci danno la vita autentica: “Signore,
che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa’ che ricerchiamo sempre quei beni
che ci danno la vera vita”.
GUALBERTO GISMONDI OFM