4ª Dom Quaresima A: Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma perché in lui siano manifestate le opere di Dio
4ª Dom Quaresima A: Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma perché in lui siano manifestate le opere di Dio
Gesù con un grande miracolo donò la vista a un uomo
cieco dalla nascita. Alcuni farisei gelosi e invidiosi, che non credevano in
lui, gli chiesero: "siamo ciechi
anche noi?". Gesù rispose loro chiaramente: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite:
“Noi vediamo”, il vostro peccato rimane".
Ascoltiamo la Parola di Dio
1Sam 16, 1.4. 6-7. 10-13: “1In quei giorni il
Signore disse a Samuele: Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse
il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re". 4Samuele
fece quello che il Signore gli aveva comandato. 6Quando fu entrato,
egli osservò Eliab e disse: "Certo davanti al Signore sta il suo
consacrato!". 7Il Signore replicò a Samuele: "Non guardare
al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta
quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il
cuore". 10Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette
figli e Samuele ripeté a Iesse: "Il Signore non ha scelto nessuno di
questi". 11Samuele chiese a Iesse: "Sono qui tutti i
giovani?". Rispose Iesse: "Rimane ancora il più piccolo che ora sta a
pascolare il gregge". Samuele disse a Iesse: "Manda a prenderlo,
perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui". 12Lo
mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di
aspetto. Disse il Signore: "Alzati e ungilo: è lui!". 13Samuele
prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli,
e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi”.
Ef 5, 8-14: “Fratelli, 8un tempo eravate tenebra,
ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; 9ora
il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. 11Non partecipate
alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele
apertamente. 12Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che
disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, 13mentre tutte
le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si
manifesta è luce. 14Per questo è detto: Svègliati, o tu che dormi,
risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà".
Gv 9, 1-41:
“1In quel
tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi
discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori,
perché sia nato cieco?". 3Rispose Gesù: "Né lui ha peccato
né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna
che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene
la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono
la luce del mondo". 6Detto questo sputò per terra, fece del
fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli
disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe”, che significa Inviato".
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e
quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano:
"Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?". 9Alcuni
dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma è uno che gli
assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". 10Allora gli
chiesero: "In che modo ti sono stati aperti gli occhi?". 11Egli
rispose: "L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato
gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati!. Io sono andato, mi sono lavato e
ho acquistato la vista". 12Gli dissero: "Dov'è costui?".
Rispose: "Non lo so". 13Condussero dai farisei quello che
era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto
del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli
chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi
ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo". 16Allora
alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da Dio, perché non
osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un peccatore compiere segni
di questo genere?". E c'era dissenso tra di loro. 17Allora
dissero di nuovo al cieco: "Tu che cosa dici di lui, dal momento che ti ha
aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un profeta!". 18Ma
i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la
vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
19E li interrogarono: "È questo il vostro figlio, che voi dite
esser nato cieco? Come mai ora ci vede?". 20I genitori
risposero: "Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 21ma
come ora ci veda, non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo
sappiamo. Chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di sé". 22Questo
dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano
già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse
espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero:
"Ha l'età, chiedetelo a lui!". 24Allora chiamarono di
nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: "Dà gloria a Dio! Noi
sappiamo che quest'uomo è un peccatore". 25Quegli rispose:
"Se sia un peccatore, non lo so; una cosa io so: prima ero cieco e ora ci
vedo". 26Allora gli dissero: "Che cosa ti ha fatto? Come
ti ha aperto gli occhi?". 27Rispose loro: "Ve l'ho già detto
e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare
anche voi suoi discepoli?". 28Lo insultarono e dissero: "Suo
discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a
Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia". 30Rispose
loro quell'uomo: "Proprio questo stupisce: che voi non sappiate di dove
sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i
peccatori, ma che se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da
che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un
cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far
nulla". 34Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?". E lo cacciarono
fuori. 35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò gli
disse: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?". 36Egli rispose:
"E chi è, Signore, perché io creda in lui?". 37Gli disse
Gesù: "Lo hai visto: sono io che
parlo con te". 38Ed egli disse: "Credo, Signore!". E
si prostrò dinanzi a lui. 39 Gesù allora disse: "È per un
giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono
vedano, e quelli che vedono, diventino ciechi". 40Alcuni dei
farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo
ciechi anche noi?". 41Gesù rispose loro: "Se foste ciechi,
non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato
rimane".
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
La quarta Domenica di Quaresima è detta “in Laetare”, ossia rallegrati, gioisci e, in
segno di gioia, usa paramenti liturgici color rosa, e adorna di fiori l’altare.
Tutta la Chiesa gioisce perché il mistero della Pasqua, in
cui vi saranno i nuovi battezzati, è sempre più vicino. La seconda lettura: “Svègliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”
(Ef 5, 8-14), unisce il mistero pasquale al battesimo e alla luce. Tale
pensiero è approfondito nel Prefazio: Nel
mistero della sua Incarnazione Cristo si è fatto guida dell’uomo che camminava
nelle tenebre, per condurlo alla grande luce della fede. Nel nostro
pellegrinare terreno questa luce, iniziata nel Battesimo, deve lottare con le tenebre
e le ombre, crescendo e rafforzandosi ogni volta che riceviamo l’Eucaristia.
Anche
nei misteri e nei miracoli la fede deve affrontare dubbi e difficoltà. Nella
prima lettura, 1Sam 16, infatti, Dio avverte chiaramente il profeta Samuele che
“non conta quello che vede l'uomo:
infatti l'uomo vede l'apparenza, ma
il Signore vede il cuore”. Questa verità vale sempre e per tutti: singoli e
comunità. Dio, infatti, illumina con la sua luce tutti quelli che vengono al
mondo. Alcuni si volgono verso la sua luce, la cercano e la seguono. Altri,
invece, non la vogliono, la rifiutano e se ne allontanano.
Dando la vista al
cieco nato, Gesù, lo pone nel cammino della “crescita” positiva verso la luce. Una volta guarito, il cieco cerca
ancora Gesù, accrescendo la propria fede. All’inizio, nel suo guaritore vede soltanto
l’uomo Gesù. Dopo, però, davanti ai
farisei, riconosce che è un Profeta. Infine,
quando Gesù lo incontra e lo interroga, lo riconosce
Dio e lo adora rispondendogli: “Credo, Signore!". Quei farisei, invece, fanno
il cammino opposto, verso un’incredulità maggiore, sempre più irragionevole e caparbia.
Erano partiti dal pregiudizio ingiustificato che Gesù fosse un peccatore. Poi,
contro ogni evidenza e ogni logica, si chiudono in esso senza darne alcuna ragione.
Infine, in atteggiamento di sfida, chiedono a Gesù: Siamo ciechi anche noi? La domanda non è sincera, poiché pretendono
di vedere senza accorgersi della propria cecità. Di qui la risposta di Gesù: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato;
ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane".
L’errore di
molti increduli o non credenti è complesso. In primo luogo, pretendono di
giudicare tutti e tutto e di ritenere sempre
infallibili i propri giudizi. In secondo luogo, muovono da una rigidezza e
durezza che impedisce loro di distinguere, comprendere e valutare correttamente
le diverse situazioni. Vedono solo il bianco e il nero e negano che esistano
altri colori. In terzo luogo, disprezzano chi non si allinea a loro, condannandolo
senza appello e insultandolo.
Tutto ciò è presente nel disprezzo del cieco
nato, di quei farisei: “Sei nato tutto
nei peccati e insegni a noi?” e nel fatto che subito dopo lo cacciano via. Tale
comportamento, tipico di quanti sono
sempre severi, indignati, accigliati e irritati, manifesta tutta l’oscurità e il
buio delle loro menti e le tenebre dei loro cuori. Chi vive così è scostante,
incapace di uscire dalle proprie opinioni tenebrose, dai giudizi sterili e
tristi. Divenendo sempre più vanitosi, orgogliosi e superbi, si diventa
incapaci di aprirsi ai sentimenti di bontà, comprensione, misericordia,
giustizia, compassione, verità, amore e gioia.
Questa involuzione rende ancora
più significativa l’affermazione della seconda lettura: “Il frutto della luce
consiste in ogni bontà, giustizia e verità” e
l’esortazione: “Svègliati, tu che
dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”. Solo
la luce sfolgorante di Cristo sveglia veramente chi dorme nelle tenebre, e
risuscita realmente chi giace nelle ombre della morte. Solo Cristo è la luce autentica del mondo, la verità luminosa per tutti. Solo lui può
aumentare la nostra fede e far maturare la nostra carità e comprensione del
prossimo, fino alla loro forma piena e perfetta.
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
La seconda orazione iniziale è tutta centrata sulla luce. È
un invito al Padre che non ci lasci dominare dal potere delle tenebre ma ci aiuti
a guardare sempre colui che ha inviato a illuminare il mondo: Gesù Cristo
Nostro Signore. “Padre, che per mezzo del
tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina”.
“O Dio, Padre della luce, tu vedi le
profondità del nostro cuore: non permettere che ci domini il potere delle
tenebre, ma apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito, perché vediamo
colui che hai mandato a illuminare il mondo, e crediamo in lui solo”.
Sui doni chiediamo la gioia di poterli offrire sinceramente
e degnamente per salvare il mondo: “Ti
offriamo con gioia, Signore, questi doni per il sacrificio: aiutaci a
celebrarlo sinceramente e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo”.
Domandiamo al Signore di far risplendere su noi la luce del
suo volto perché possiamo amarlo sempre con sapienza e cuore sincero: “O Dio, che illumini ogni uomo che viene in
questo mondo, fa risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri
pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarti con cuore
sincero”.
GUALBERTO GISMONDI ofm