12ª DomTO: Non abbiate paura: voi valete più di molti passeri!
12ª DomTO: Non abbiate paura: voi valete più di molti passeri!
Questa domenica
descrive le condizioni difficili e sovente eroiche nelle quali il cristiano
deve vivere per testimoniare la propria fede. Gesù, quindi, prepara i suoi
apostoli e tutti i cristiani ad essere coraggiosi testimoni davanti al mondo e
a tutte le genti, ad avere fermezza e fiducia in lui. Egli, infatti, ha vinto
il mondo e i suoi discepoli, con l’aiuto della sua grazia, vinceranno come lui.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Ger 20,10-13: 10Sentivo la calunnia di molti: "Terrore all'intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo".
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
"Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta".11Ma
il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori
vacilleranno e non potranno
prevalere; arrossiranno perché non
avranno successo, sarà una vergogna eterna e
incancellabile. 12Signore degli eserciti, che provi il
giusto, che vedi il cuore e la
mente, possa io vedere la tua
vendetta su di loro, poiché a te ho affidato
la mia causa!13Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori.
Rm
5,12-15: Fratelli, 12come
a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la
morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno
peccato. 13Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e,
anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, 14la
morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a
somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva
venire.15Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per
la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono
concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza
su tutti.
Mt 10,26-33: In quel tempo Gesù disse ai suoi
apostoli: 26 “Non
abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato
né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che
uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura
piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il
corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure
nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino
i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque
paura: voi valete più di molti passeri! 32Perciò chiunque mi
riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio
che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini,
anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Il Tema di questa
domenica riguarda le condizioni difficili, sovente eroiche, nelle quali la
Chiesa e i cristiani di ogni tempo devono vivere la propria testimonianza di
fede a Gesù Cristo. Gesù, quindi, prepara i suoi discepoli al compito di Apostoli davanti a tutte le genti. Il
fondamento di ogni testimonianza è la fiducia in lui che ha vinto il mondo, unita
alla convinzione che con la sua grazia, lo vinceremo con e come lui. La prima lettura presenta una persona tragica
e grandiosa, il profeta Geremia, che circa seicento anni prima di Cristo subì
umiliazioni, emarginazione, prigione e percosse per la sua eroica fedeltà alla
parola di Dio.
Egli vinse perché, nel colmo delle persecuzioni, invocò e
ricevette l’aiuto del Signore, al suo “fianco come un prode valoroso”, per cui
i suoi persecutori non poterono
prevalere. Avendo affidato la sua causa al Signore, Dio lo sostenne, lo confortò
e infine lo liberò. Al termine delle sue sofferenze, Geremia invitò tutti i
giusti che soffrono come lui, a lodare il Signore con il canto: “Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la
vita del povero dalle mani dei malfattori”.
La seconda lettura conferma che il Signore soccorre e aiuta quanti confidano in
lui. S. Paolo, infatti, sottolinea che il
peccato entrò nel mondo per colpa di Adamo e insieme alla morte si propagò a
tutti gli uomini. La venuta e la grazia di Cristo, però, hanno riversato su
tutti, con abbondanza e pienezza, i doni di grazia e redenzione. Gesù Cristo Salvatore
ci ha liberati da ogni forma di male e peccato e dalla morte.
Paolo, quindi,
confronta il vecchio Adamo peccatore
con il Nuovo Adamo Gesù Cristo. Adamo peccatore è l’immagine dell’umanità
che, in tutti i secoli, cede al trionfo di: male, violenza, distruzione,
corruzione e ingiustizia. Anche oggi questa situazione permea le nostre culture
e società. Ad essa si oppone il Nuovo
Adamo Gesù Cristo, che genera un’umanità nuova, impegnata al trionfo di: bene,
bontà, amore e giustizia.
La potenza del
Nuovo Adamo, il Salvatore Gesù Cristo, è immensamente maggiore di quella del vecchio
Adamo peccatore e salva l’intera
umanità dalla corruzione, il male e la morte. Se crediamo in lui, comprendiamo la
grandezza e attualità della parola di Gesù: “Non
abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato
né di segreto che non sarà conosciuto”.
Di qui il coraggio di fronte al mondo.
Dobbiamo annunciare a tutti, ciò che il
Signore ci ha detto e abbiamo ascoltato. Non temere i persecutori che uccidono
il corpo, ma non hanno alcun potere sull’anima. Il Padre, che ha amorosa cura
dei passeri e conosce il numero dei nostri capelli, quanto più amerà e curerà i
suoi figli che lo amano, lo servono e soffrono persecuzioni per testimoniare al
mondo la sua parola di verità e di amore.
Di qui l’invito: “Non abbiate dunque paura: voi valete più di
molti passeri!” Alla gioiosa esortazione ad essere coraggiosi, fa seguire le
maggiori promesse: “chiunque mi
riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio
che è nei cieli”. Non omette, però, l’ammonizione “chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al
Padre mio che è nei cieli”. La scelta e decisione giusta di vita, quindi, è
una sola: riconoscerlo, amarlo e
glorificarlo, ed essere da lui e con lui riconosciuti, amati e glorificati.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
Poiché il Signore conosce la nostra debolezza nel
testimoniare la sua parola la liturgia c’invita a invocare la forza dello
Spirito perché non ci vergogniamo a confessarla con coraggio davanti a tutti: “O Dio, che affidi alla nostra debolezza
l’annuncio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta
franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel
giorno della tua venuta”.
Nel porgere le nostre offerte chiediamo che ci ottengano di
essere purificati, rinnovati e che la nostra vita sia bene accetta al Signore: “Accogli, Signore, la nostra offerta: questo
sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, perché tutta la
nostra vita sia bene accetta alla tua volontà”.
La partecipazione ai santi misteri ci ottenga da Dio di essere pienamente rinnovati e redenti: “O Dio, che ci hai rinnovati con il corpo e sangue del tuo Figlio, fa’ che la partecipazione ai santi misteri ci ottenga la pienezza della redenzione”.