Pentecoste Messa Vespertina nella Vigilia: Chi crede in me dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva
Pentecoste Messa Vespertina nella Vigilia: Chi crede in me dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva
(Quando la Messa Vespertina è attuata come celebrazione
vigilare, si possono utilizzare anche una o più letture quali: Gn 11,1-9; Es 19,3-8. 16-20; Ez 37,1-14; Gl 3,1-5. Dopo il “Gloria” si leggono sempre le due letture
della Messa: Rm 8,22-27 e Gv
7,37-39)
Ascoltiamo la Parola di Dio
Rm 8,22-27: Fratelli, 22Sappiamo
infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino
ad oggi. 23Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello
Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del
nostro corpo. 24Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò
che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno
già vede, come potrebbe sperarlo? 25Ma, se speriamo quello che non vediamo,
lo attendiamo con perseveranza. 26Allo stesso modo anche lo Spirito
viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo
conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; 27e
colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede
per i santi secondo i disegni di Dio.
Gv 7,37-39: 37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa,
Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38chi
crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua
viva". 39Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto
i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era
ancora stato glorificato.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
Nella prima lettura, dalla Lettera ai Romani, per descrivere la creazione del nuovo mondo che le Persone divine fanno
nascere, S. Paolo ricorre alla bellissima immagine di una
madre che sta dando alla luce un figlio. Questo “nuovo mondo” siamo
noi, ossia le persone che, mediante il dono dello Spirito Santo, il Padre adotta
come figli. Siamo veramente suoi figli, perché lo Spirito Santo: opera, prega, illumina le nostre menti,
accende i nostri cuori, trasforma i nostri esseri da umani in divini. A
quanti credono in Cristo, il Padre e lo Spirito Santo aprono la speranza e
l’orizzonte della piena redenzione.
Tutti noi, non ancora definitivamente
redenti, attendiamo ansiosamente l’alba del nuovo giorno, in cui tutto il
nostro essere parteciperà pienamente alla risurrezione di Cristo e il nostro
corpo mortale risorgerà, pervaso dal suo Spirito immortale. Questa grandiosa visione
è il misterioso traguardo divino di tutta la storia della salvezza.
Il Vangelo
presenta alcune frasi del discorso che Gesù fece nella festa autunnale delle
Capanne, commentando il gesto del Sommo Sacerdote che prendeva l’acqua alla
fonte di Siloe e, con solenne processione, la portava per purificare l’altare dei
sacrifici e fecondare la terra riarsa dal calore estivo. Gesù promise che chi
crede in lui diventa una sorgente
inesauribile di “acqua viva”.
Quest’acqua è lo Spirito Santo, che i credenti in Cristo ricevono da quando il
Signore è risorto glorioso. Il suo Spirito Santo effuso nella Chiesa è la fonte
della salvezza e il principio della piena comunione con Dio.
Oggi, la preghiera
iniziale della liturgia eucaristica esprime efficacemente il significato della
Pentecoste, che rinnova la faccia della terra: “Ascolta, o Dio, la tua Chiesa unita in concorde preghiera in questa santa
veglia compimento della Pasqua perenne; scenda sempre su di essa il tuo
Spirito, perché illumini la mente dei fedeli e tutti i rinati nel Battesimo
siano nel mondo testimoni e profeti”.
La prima lettura ci fornisce tutti
gli elementi per fruire pienamente del meraviglioso progetto del Signore e
diventarne anche noi, attivi protagonisti. Essa dice che
anche noi possediamo già le primizie dello Spirito e anche noi gemiamo
interiormente, aspettando la piena redenzione del nostro corpo, ossia la
risurrezione. Infatti, siamo già stati
salvati nella speranza, ma non lo vediamo ancora, perché speriamo in ciò
che ancora non vediamo. Se lo vediamo non è più oggetto di speranza.
Sperando ciò che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Gesù ci dice
che si salva solo chi persevera fino alla fine. Se speriamo e perseveriamo, lo
Spirito Santo viene in aiuto alla nostra debolezza. Poiché non sappiamo pregare
in modo conveniente, dobbiamo avere piena fiducia che lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili e affidarci a “lui
che scruta i cuori e sa che cosa desidera lo Spirito, perché intercede per
i santi secondo i disegni di Dio”.
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
La prima orazione di questa Messa chiede a Dio la concorde
preghiera della Chiesa, la luce per le menti dei fedeli, la loro testimonianza
profetica nel mondo: “Ascolta, o Dio, la
tua Chiesa unita in concorde preghiera in questa santa veglia a compimento
della Pasqua perenne; scenda sempre su di essa il tuo Spirito, perché illumini
la mente dei fedeli e tutti i rinati nel Battesimo siano nel mondo testimoni e
profeti”.
La preghiera sulle offerte chiede al Padre che il suo
Spirito Santo susciti un’ardente carità nella sua Chiesa per rivelare a tutti
il mistero della salvezza: “Scenda, o
Padre, il tuo Santo Spirito sui doni che ti offriamo e susciti nella tua Chiesa
la carità ardente, che rivela a tutti gli uomini il mistero della tua salvezza”.
La preghiera finale ci invita a chiedere al Padre lo stesso
fuoco dello Spirito Santo che accese gli Apostoli nella Pentecoste: “Ci santifichi, o Padre, la partecipazione a
questo sacrificio, e accenda in noi il fuoco dello Spirito Santo, che hai
effuso sugli Apostoli nel giorno della Pentecoste”.