Commento CCC a YouCat Domanda n. 440
YOUCAT Domanda n. 440 - I cristiani sono tenuti ad impegnarsi in politica e nel sociale?
(Risposta Youcat) È un particolare compito dei laici quello
di impegnarsi, nello spirito del Vangelo, dell'amore, della verità e della
giustizia in politica, nella società e nell'economia. La Dottrina Sociale
Cattolica fornisce loro un chiaro
orientamento in questo senso.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2442) Non spetta ai Pastori della Chiesa intervenire
direttamente nell'azione politica e nell'organizzazione della vita sociale.
Questo compito fa parte della vocazione dei fedeli
laici, i quali operano di propria iniziativa insieme con i loro
concittadini. L'azione sociale può implicare una pluralità di vie concrete;
comunque, avrà sempre come fine il bene comune e sarà conforme al messaggio
evangelico e all'insegnamento della Chiesa. Compete ai fedeli laici “animare,
con impegno cristiano, le realtà temporali, e, in esse, mostrare di essere
testimoni e operatori di pace e di giustizia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47; 42].
Per meditare
(Commento Youcat) L'attività
politica non è compatibile con il servizio dei Vescovi,
dei Sacerdoti e dei membri
degli ordini religiosi, perché queste persone devono essere al servizio di
tutti.
(Commento CCC) (CCC 899) L'iniziativa dei cristiani laici è
particolarmente necessaria quando si tratta di scoprire, di ideare mezzi per
permeare delle esigenze della dottrina e della vita cristiana le realtà
sociali, politiche ed economiche. Questa iniziativa è un elemento normale della
vita della Chiesa: “I fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata della
vita della Chiesa; grazie a loro, la Chiesa è il principio vitale della
società. Per questo essi soprattutto devono avere una coscienza sempre più
chiara non soltanto di appartenere alla Chiesa, ma di essere la Chiesa, cioè la
comunità dei fedeli sulla terra sotto la guida dell'unico capo, il Papa, e dei
Vescovi in comunione con lui. Essi sono la Chiesa” [Pio XII, Discorso ai nuovi Cardinali (20 febbraio
1946); citato da Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 9].