Commento CCC a YouCat Domanda n. 446
YOUCAT Domanda n. 446 - Che cosa dice la Chiesa in fatto di globalizzazione?
(Risposta Youcat) La globalizzazione in sé non è né buona
né cattiva, ma è solo la descrizione di una realtà che deve essere plasmata.
«Nato dentro i Paesi economicamente sviluppati, questo processo per sua natura
ha prodotto un coinvolgimento di tutte le economie. Esso è stato il principale
motore per l'uscita dal sottosviluppo di intere regioni e rappresenta di per sé
una grande opportunità. Tuttavia, senza la guida della carità nella verità,
questa spinta planetaria può concorrere a creare rischi di danni sconosciuti
finora e di nuove divisioni nella famiglia umana» (Benedetto XVI, CIV).
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2426) Lo
sviluppo delle attività economiche e l'aumento della produzione sono destinati
a soddisfare i bisogni degli esseri umani. La vita economica non mira solo ad
accrescere la produzione dei beni e ad aumentare il profitto o la potenza; essa
è prima di tutto ordinata al servizio delle persone, dell'uomo nella sua
integralità e di tutta la comunità umana. Realizzata secondo i propri metodi,
l'attività economica deve essere esercitata nell'ambito dell'ordine morale, nel
rispetto della giustizia sociale, in modo che risponda al disegno di Dio
sull'uomo [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 64].
Per meditare
(Commento Youcat) Quando compriamo
un paio di jeans a buon mercato, non può non importarci delle condizioni
lavorative in cui sono stati prodotti, se i lavoratori hanno ricevuto o meno un
giusto salario. Il destino di ognuno di noi è importante, non possiamo restare
indifferenti di fronte alla sventura di nessuno. Sul piano politico «urge la
presenza di una vera Autorità politica mondiale» (Benedetto XVI, CIV) che
provveda affinché si possa giungere ad un giusto compromesso fra le persone dei
paesi ricchi e di quelli sottosviluppati. Ancora troppo spesso essi sono
esclusi dai vantaggi della globalizzazione e ne devono portare solo i pesi.
(Commento CCC) (CCC 2431) La responsabilità
dello Stato. “L'attività economica, in particolare quella dell'economia di
mercato, non può svolgersi in un vuoto istituzionale, giuridico e politico.
Essa suppone, al contrario, sicurezza circa le garanzie delle libertà
individuali e della proprietà, oltre che una moneta stabile e servizi pubblici
efficienti. Il principale compito dello Stato, pertanto, è quello di garantire
tale sicurezza, di modo che chi lavora possa godere i frutti del proprio lavoro
e, quindi, si senta stimolato a compierlo con efficienza e onestà. […] Compito
dello Stato è quello di sorvegliare e guidare l'esercizio dei diritti umani nel
settore economico; in questo campo, tuttavia, la prima responsabilità non è
dello Stato, bensì dei singoli e dei diversi gruppi e associazioni di cui si
compone la società” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 48].