Commento CCC a YouCat Domanda n. 447
YOUCAT Domanda n. 447 - La globalizzazione è un compito esclusivo della politica e dell'economia?
(Risposta Youcat) Una volta si era convinti che ci
dovesse essere una ripartizione dei compiti: l'economia doveva occuparsi
dell'incremento della ricchezza, mentre la politica doveva occuparsi della sua
ripartizione; ma in tempo di globalizzazione i profitti vengono ricavati da
tutto il globo, mentre la politica resta legata ai confini degli stati. Perciò
oggi non è necessario solo il rafforzamento delle istituzioni politiche
sovrastatali, ma anche l'iniziativa dei singoli e dei gruppi sociali e che essi
si impegnino economicamente nelle regioni più povere del mondo non a scopo di
profitto, ma per spirito di solidarietà e per amore: accanto al mercato e allo Stato
è necessaria una forte società civile.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2440) L'aiuto
diretto costituisce una risposta adeguata a necessità immediate,
eccezionali, causate, per esempio, da catastrofi naturali, da epidemie, ecc. Ma
esso non basta a risanare i gravi mali che derivano da situazioni di miseria,
né a far fronte in modo duraturo ai bisogni. Occorre anche riformare le istituzioni economiche e finanziarie internazionali
perché possano promuovere rapporti equi con i paesi meno sviluppati [Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei
socialis, 16]. E' necessario sostenere lo sforzo dei paesi poveri che sono
alla ricerca del loro sviluppo e della loro liberazione [Giovanni Paolo II,
Lett. enc. Centesimus annus, 26].
Questi principi vanno applicati in una maniera tutta particolare nell'ambito
del lavoro agricolo. I contadini, specialmente nel terzo mondo, costituiscono
la massa preponderante dei poveri.
Per meditare
(Commento Youcat) Sul mercato si
scambiano prestazioni e merci di pari valore; purtroppo però in alcune regioni
del mondo le persone sono così povere da non aver niente da offrire in sede di
scambio, e vengono così lasciate sempre più indietro. Per questo c'è bisogno di
iniziative ispirate non solo dalla «logica dello scambio», ma dalla «logica del
dono disinteressato» (Benedetto XVI, CIV). Non si tratta semplicemente di fare
elemosina ai poveri, ma di aprire loro delle vie verso la libertà economica nel
senso dell'aiuto ad aiutare se stessi. In questo senso ci sono iniziative
cristiane, come il progetto dell'«Economia di comunione» del Movimento dei
focolari, con più di 750 attività sparse in tutto il mondo; ci sono anche
«imprenditori sociali» non cristiani, che vivono secondo una logica di
guadagno, ma nello spirito di una «cultura del dare» e con lo scopo di
alleviare la povertà e l'esclusione.
(Commento CCC) (CCC 2439) Le nazioni
ricche hanno una grave responsabilità morale nei confronti di quelle che da
se stesse non possono assicurarsi i mezzi del proprio sviluppo o ne sono state
impedite in conseguenza di tragiche vicende storiche. Si tratta di un dovere di
solidarietà e di carità; ed anche di un obbligo di giustizia, se il benessere
delle nazioni ricche proviene da risorse che non sono state equamente pagate.