Commento CCC a YouCat Domanda n. 448
YOUCAT Domanda n. 448 - Parte I. Povertà e sottosviluppo sono un destino ineluttabile?
(Risposta Youcat) La terra che Dio ci ha donato è ricca,
ed è in grado di offrire a tutti cibo e spazio a sufficienza; eppure ci sono
intere regioni, paesi e continenti in cui gli uomini non hanno neppure ciò che
è più necessario per vivere. Questa sperequazione nel mondo affonda le sue
radici in complessi motivi storici, ma non è ineluttabile. I paesi ricchi hanno
l'obbligo morale di risollevare dalla povertà gli stati sottosviluppati per
mezzo di sostegni allo sviluppo e con la creazione di giuste condizioni
economiche e commerciali.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2437) A livello internazionale, la disuguaglianza
delle risorse e dei mezzi economici è tale da provocare un vero “fossato” tra
le nazioni [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo
rei socialis, 14]. Da una parte vi sono coloro che possiedono e
incrementano i mezzi dello sviluppo, e, dall'altra, quelli che accumulano i
debiti.
Per meditare
(Commento Youcat) Sul nostro
pianeta vivono 1,4 miliardi di persone costrette a vivere con meno di 1 euro al
giorno; soffrono per la carenza di cibo e spesso anche di acqua potabile e in
genere non hanno accesso all'istruzione e all'assistenza medica. È stato
valutato che ogni giorno più di 25.000 persone muoiono a causa della
denutrizione, e molte di queste sono bambini
(Commento CCC) (CCC 2438) Varie cause, di natura religiosa, politica,
economica e finanziaria danno oggi “alla questione sociale […] una dimensione
mondiale” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo
rei socialis, 9]. Tra le nazioni, le cui politiche sono già
interdipendenti, è necessaria la solidarietà. E questa diventa indispensabile
allorché si tratta di bloccare “i meccanismi perversi” che ostacolano lo
sviluppo dei paesi meno progrediti [Ibid.,
17; 45]. A sistemi finanziari abusivi se non usurai [Giovanni Paolo II, Lett.
enc. Centesimus annus, 35], a
relazioni commerciali inique tra le nazioni, alla corsa agli armamenti si deve
sostituire uno sforzo comune per mobilitare le risorse verso obiettivi di
sviluppo morale, culturale ed economico, “ridefinendo le priorità e le scale di
valori, in base alle quali si decidono le scelte” [Ibid., 28].