32ª DomTO: Vegliate, perché non sapete né il giorno né l'ora
32ª DomTO: Vegliate, perché non sapete né il giorno né l'ora
Mentre l’anno liturgico volge al
termine, la Parola di Dio ci prepara al termine e la conclusione della nostra vita,
insistendo sugli aspetti più importanti: la sapienza divina; l’incontro al Signore per rimanere con lui; la veglia e vigilanza
nell’attesa del giorno e dell’ora.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Sap 6,12-16: La sapienza è splendida e
non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia
trovare da quelli che la cercano. 13Nel farsi
conoscere previene coloro che la desiderano.14Chi si alza di buon
mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta.15Riflettere
su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto
senza affanni;16poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono
degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro
incontro.
1Ts 4,13-17:
13Non vogliamo, fratelli, lasciarvi
nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi
come gli altri che non hanno speranza. 14Se infatti crediamo che
Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui
coloro che sono morti. 15Sulla parola del Signore infatti vi diciamo
questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore,
non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16Perché il
Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba
di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17quindi
noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro
nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo
con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Mt 25,1-13: In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabole: 1b“Il
regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e
uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque
sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé
l'olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche
l'olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono
tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido:
"Ecco lo sposo! Andategli incontro!". 7Allora tutte quelle
vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte
dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre
lampade si spengono". 9Le sagge risposero: "No, perché non
venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e
compratevene". 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio,
arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e
la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e
incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". 12Ma
egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco". 13Vegliate
dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
Meditiamo con lo Spirito Santo
L’anno liturgico volge al termine
e la Parola di Dio c’invita a vivere bene la nostra vita, ricordandoci gli aspetti
essenziali e più importanti per la nostra salvezza e beatitudine. La prima
lettura invita a cercare sempre quella splendida Sapienza divina che cerca quanti la amano e si lascia trovare da
quanti la cercano. Questa sua disponibilità è tale da prevenire
quanti la desiderano, perché possano riconoscerla.
La Sapienza cerca sempre persone degne, cammina
sulle loro strade e va incontro ai loro progetti. Non è difficile trovarla per
chi si alza presto se al mattino, perché la trova già seduta alla sua porta. Riflettendo
su di essa la nostra intelligenza si perfeziona. Se per conoscerla vegliamo, ci
libera dai nostri affanni. L’Antico
Testamento presenta sovente queste realtà in forma d’indovinelli, mentre il
Nuovo Testamento le spiega con
chiarezza. La Sapienza da sempre nascosta
in seno al Padre è il Figlio, pienamente rivelato in Gesù Cristo, che la comunica mediante lo
Spirito Santo a quanti sono docili
alla sua grazia.
Nella Prima lettera ai Tessalonicesi
l’Apostolo Paolo considera il ritorno finale e glorioso di Cristo. Poiché
quei cristiani vivevano l’attesa e il ritorno del Signore con tensioni
eccessive e sovente drammatiche, Paolo ripropone il vero senso dell’attesa
cristiana, perché non siano tristi, ma vivano nella gioia
e speranza, sereni e pazienti. Infatti, per i cristiani, vita e morte sono un unico cammino col Signore, che ci viene
incontro per farci rimanere sempre con lui.
Paolo esorta i Tessalonicesi a
confortarsi a vicenda con queste verità. Il Signore ci raduna per farci vivere sempre
con lui. I dettagli e particolari come: voci, arcangeli, suoni di tromba, aria,
nubi, cielo ecc., sono solo espressioni ereditate dall’apocalittica
biblico-giudaica, per indicare eventi importanti. Gesù, nella sua bellissima
parabola della veglia nuziale, con le vergini stolte e prudenti, il vegliare e il
dormire, affronta un tema fondamentale. Sonno e veglia sono opposti e irriducibili.
Il sonno indica torpore spirituale, accidia, stanchezza e freddezza. La veglia
indica: intelligenza pronta, volontà attenta e operosa, tensione positiva. Paolo
esorta i Tessalonicesi a non dormire come gli altri, ma mantenersi sobri e rimanere
svegli (1Ts 5,6). Davanti a un evento
così importante, dobbiamo essere sempre attenti e preparati. Il contrasto fra
notte e luce, sonno e veglia è molto significativo.
La notte indica l’oscurità,
le tenebre e la prova, in cui necessita sempre tenere viva e sveglia la
speranza della luce e il riapparire del giorno. Luce e giorno sono immagini di
Dio. Le piccole lampade delle vergini prudenti sono solo un chiarore che
attenua le oscurità della notte, per cui rappresentano la fede.
L’arrivo
improvviso dello sposo sveglia tutti. Alle vergini prudenti, con luce e olio
sufficiente, la porta si spalanca ed entrano con lo sposo. Per le vergini
stolte e imprudenti la porta chiusa non si apre più. Ormai è inutile anelare al
banchetto della gioia, intimità, comunione e salvezza. La voce dello sposo, conclude
la parabola: "In verità vi dico: non
vi conosco".
Gesù, invece, svela la sua vera intenzione, ammonirci ed
esortarci: “Vegliate dunque, perché non
sapete né il giorno né l'ora”. Anche qui, il Figlio di Dio, trepida per la
nostra salvezza e mostra tutto il suo amore misericordioso e la volontà di riunirci
tutti, con lui, nella gloria e beatitudine eterna.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
La preghiera principale chiede
al Signore di essere degni del suo banchetto, di alimentare sempre le nostre
anime con la fede ed essere sempre pronti a corrergli incontro e partecipare
alla sua festa nuziale. “O Dio, la tua
sapienza va in cerca di quanti ne ascoltano la voce, rendici degni di
partecipare al tuo banchetto e fa’ che alimentiamo l’olio delle nostre lampade,
perché non si estinguano nell’attesa, ma quando tu verrai siamo pronti a
correrti incontro, per entrare con te nella festa nuziale”.
Anche in questa orazione chiediamo il dono della fede nel mistero della passione gloriosa del suo Figlio: “Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa e fa’ che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero”.
Qui chiediamo al Padre che la potenza del suo Spirito Santo, comunicataci nell’Eucaristia, rimanga in noi per trasformare la nostra vita: “Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre la forza dello Spirito Santo che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita”.
GUALBERTO GISMNDI ofm