33ª DomTO: A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza



33ª DomTO: A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza


Domenica prossima la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo concluderà l’anno liturgico, celebrando il Signore che sul suo trono di gloria e potenza viene a giudicare il mondo. La liturgia e il Vangelo ci preparano a questo grande evento perché, comportandoci secondo le esigenze del Regno, possiamo trionfare con lui come veri “figli della luce”.

Ascoltiamo la Parola di Dio 


Pro 31,10-13.19-20.29-31: 10Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. 11In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. 12Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. 13Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.19Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. 20Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero.29"Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!". 30Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. 31Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.


1Ts 5,1-6: 1Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. 3E quando la gente dirà: "C'è pace e sicurezza!", allora d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. 4Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. 5Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. 6Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.


Mt 25,14-30: In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 14Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: "Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 21"Bene, servo buono e fedele gli disse il suo padrone , sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone". 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: "Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 23"Bene, servo buono e fedele gli disse il suo padrone , sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone". 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo". 26Il padrone gli rispose: "Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".

Meditiamo con lo Spirito Santo


Il nostro cuore si illumina pensando a Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo che, come vedremo domenica prossima, conclude l’anno liturgico. Il Signore Gesù viene nella sua potenza per cui la Chiesa, la liturgia e il Vangelo ci preparano a contemplarlo sul suo trono di gloria. 
La prima lettura, dal libro dei Proverbi, descrive la donna saggia e virtuosa che, opera generosa e laboriosa, provvedendo non solo alla sua famiglia ma anche ai miseri e ai poveri. Produce opere buone e frutti preziosi che rendono felici molti. Queste sue qualità, non solo materiali, ma anche spirituali e soprannaturali esprimono come devono vivere i “figli della luce”, seguaci del Vangelo e fedeli membri del Regno. Il “timor di Dio”, nel Nuovo Testamento è un “dono di amore e di grazia” dello Spirito Santo. 
La Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi ci presenta la preoccupazione perché i cristiani non si addormentino e non smettano mai di vegliare e vigilare. Anch’egli ricorda il monito di Gesù che viene di notte all’improvviso come un ladro. I  figli della luce e del giorno, non appartengono più a notte e tenebre, vigilando non saranno colpiti da nessuna rovina. Dio, infatti, non ci ha destinati alla collera, ma alla salvezza, la santità e la gloria. Paolo precisa anche nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi le qualità necessarie alla salvezza: lavoro serio; cura onesta degli impegni; pace col prossimo; vita sobria e irreprensibile. 
La parabola di Gesù, quindi, non parla di beni materiali o impegni terreni, ma dei beni e impegni spirituali, di cui dovremo rispondere. I talenti indicano preziose realtà spirituali. Il talento, infatti, era una moneta d’oro di grandissimo valore. Più tardi passò a indicare anche grandi qualità umane: intelligenza, capacità, abilità. Gesù pone al centro della sua parabola tesori preziosi e inestimabili: Regno dei cieli; vita divina; grazia; salvezza; vita eterna; santità che ci dona gratuitamente perché li facciamo fruttificare nella vita, nel mondo e nella storia. Non sono tesori da nascondere o custodire in cassaforte, ma ricchezze vive da far crescere. L’unica risposta adeguata ai talenti divini è una fede impegnata e laboriosa in opere della carità. Chiediamoci quindi: li aumentiamo veramente servendo Dio e i fratelli, per ottenere la gloria riservata ai servi buoni e fedeli?   

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 


Al Padre che ci affida i beni della creazione e della grazia chiediamo di renderci sempre operosi e vigilanti, nell’attesa del tuo ritorno, perché ci accolga come servi buoni nella gloria del suo Regno: “O Padre, che affidi alle mani dell’uomo tutti i beni della creazione e della grazia, fa’ che la nostra buona volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza; rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo ritorno, nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli, e così entrare nella gloria del tuo Regno”.

La nostra offerta ci consenta un servizio fedele che ci prepari al frutto dell’eternità beata: “Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un’eternità beata”.

Al Padre, che ci ha nutriti col suo sacramento, chiediamo che esso ci edifichi sempre nel suo amore: “O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore”.    
 Gualberto Gismondi ofm

Post più popolari